Lancia Aurelia, ha 70 anni la storia della gamma iconica.

Lancia Aurelia, ha 70 anni la storia della gamma iconica.

Commentando il 32mo Salone di Torino il giornalista de L’Automobile Pier Luigi Sagona scrisse ‘Il 1950 è stato l’anno delle novità italiane’. E gli fece eco l’autorevole Giovanni Canestrini definendo quell’evento ‘il Salone del rinnovamento’.

Dopo l’inaugurazione nel centro espositivo del Valentino alla presenza del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, un pubblico oceanico potè infatti ammirare contemporaneamente nel maggio di quell’anno i tre nuovi modelli di Fiat, Lancia e Alfa Romeo con cui le tre Case (allora in concorrenza tra loro) attaccavano ii mercato in ripresa dopo la Guerra.

Con i suoi 15.000 metri quadri di area destinata all’esposizione, il Salone di Torino del 1950 accolse 300 espositori, di cui 46 costruttori automobilistici, e 7 nazioni partecipanti.

Così mentre Fiat portò al debutto la nuova 1400 (prima auto della Casa del Lingotto a scocca portante, fornita di serie di impianto di riscaldamento) e destinata ad un pubblico più abbiente rispetto ai clienti della Topolino, e Alfa Romeo puntò ancora più in alto con la 1900, ‘la vettura di famiglia che vince le corse’ esposta in anteprima rispetto al lancio nell’ottobre di quell’anno, Lancia svelò al Salone di Torino la nuova Aurelia, un modello che oggi definiremmo premium.

L’auto, elegantissima e raffinata nelle soluzioni meccaniche, venne esposta su una pedana girevole nelle versioni berlina e cabriolet affiancate da un autotelaio nudo che permetteva di visionare al meglio i gruppi meccanici. Anche se per vederla sulle strade, consegnata ai primi clienti, si dovrà attendere il 1951, Aurelia inaugurò la famiglia di vetture Lancia che portano e porteranno i nomi delle vie consolari romane.

Abbandonati i nomi di città del Lazio /Ardea e Aprilia) seguiranno infatti l’Appia e poi la Flaminia. L’Aurelia andò a sostituire la gloriosa Aprilia riprendendo le linee semplici e moderne della versione berlina fuoriserie Aprilia Bilux, realizzata da Pinin Farina. Un modello che introdsse nuove e moderne soluzioni tecniche, la più importante delle quali fu il motore, progettato dall’ingegnere Francesco De Virgilio: con una cilindrata di 1754 cc, primo V6 di serie nella storia dell’automobile.

Rispetto all’Aprilia, nella Lancia B10 (questo il nome del progetto) vennero migliorate prestazioni, abitabilità, dimensioni e sospensioni. Anche le linee vennero fatte evolvere e si ammorbidirono mantendo la famosa calandra a scudo, anche se ammodernata ed arrotondata.

Anche la coda dell’Aurelia venne disegnata all’insegna della rotondità, con un raccordo ad ampio raggio tra abitacolo ed il bagagliaio, il tutto in un formato con dimensioni generose per l’epoca: lunghezza di 4,42 metri, passo 2,86, larghezza 1,56.

Questo ‘capolavoro’ firmato Lancia è ben descritto in un video di FCA Heritage: https://www.youtube.com/watch?v=xGyHEV9aWOk.

Alla berlina del 1950 seguì l’iconica coupé Aurelia B20 che venne svelata in occasione del 33mo Salone dell’Auto di Torino nell’aprile del 1951, un modello che – nonostante il prezzo di 2,8 milioni di lire, davvero elevato per quel tempo – ottenne negli anni a seguire non solo grandi successi commerciali (è stata prodotta fino al novembre 1958) ma anche sportivi, con vittorie di classe o assolute alla Mille Miglia, al Rally del Sestriere, al Giro di Toscana, al Giro di Sicilia e perfino alla 24 Ore di Le Mans.

 

Fonte Ansa, fotografie FCA

 

 

Share This
Renzo Raimondi
Renzo Raimondi - Padre di famiglia fiero, grande appassionato di motori e auto storiche.

Commenta!

Leave a Comment

Loading Facebook Comments ...