In archivio la Modena Cento Ore Classic 2018.

In archivio la Modena Cento Ore Classic 2018.

Con la premiazione di sabato sera, anche l’edizione 2018 della Modena Cento Ore si è conclusa.

E’ stato bello, durante le premiazioni, vedere come, terminate le sfide, i partecipanti abbiano festeggiato insieme celebrando i successi di alcuni e la sconfitta degli altri. D’altronde, se bisogna trovare un unico difetto alla Modena Cento Ore, l’unica cosa che viene in mente è che alla fine, purtroppo, è solo uno che può vincere.

Quest’anno, e non è una novità, come primi si sono classificati gli inglesi Philip Walker – Miles Griffiths a bordo della loro Jaguar E-Type del 1964, ormai habitué al podio.

Tra le dame, ha sbaragliato la concorrenza, l’equipaggio di Daniela Ellerbrock – Jackie Rohwer su Alfa Romeo Giulia Sprint GTA del 1965, mentre per la regolarità ha prevalso l’equipaggio di Joelle Housseau – Aude Moreau con la Ferrari Dino 246 GT del 1972.

Sul primo gradino del podio, per la sezione regolarità, è salito l’equipaggio 104: Ernst Schroeder – Philipp Ruppell su Porsche 356 B, 1961.

Sempre per quanto riguarda la regolarità, il primo team classificato è quello della AC Owners Club, capitananto dalla AC ACE Bristol del 1959, di proprietà di Bertie Gilbart-Smith – Simon Kelly.

Una bellissima storia ha fatto da cornice a questo vincitore: la macchina, infatti, è di proprietà Bertie Gilbart Smith dal 1964, quando ha lasciato l’officina scozzese dove ne veniva fatta la manutenzione da parte di un giovane meccanico che lavorava nel garage di famiglia, Sir Jackie Stewart.

Da sottolineare, che questa vettura è arrivata su strada dall’Inghilterra, totalizzando 1.600 Km prima della gara, e a cui si aggiungeranno quelli del ritorno nei prossimi giorni: EROICI – passione allo stato puro!

Come sempre è interessante osservare “l’index of performance”, cioè la classifica compensata, che ha visto incredibilmente al terzo posto una delle vetture più belle iscritte alla Modena Cento Ore 2018: la Ferrari 212 Export berlinetta Touring del 1952 di Martin Halusa e Susanne Halusa.

E’ stata un’edizione incredibile, che ha confermato ancora una volta come la Modena Cento Ore sia una manifestazione relativamente giovane, ma già importantissima.

Il livello delle auto che hanno partecipato è degno di uno dei più importanti concorsi d’eleganza del mondo, con un’unica differenza: la Modena Cento Ore permette a queste meravigliose vetture di essere mostrate in movimento, e di portare in giro per i luoghi più belli d’Italia un perfetto museo automobilistico.

Vi sono emozioni che è difficile trasferire, ma l’applauso durante la proiezione del filmato girato durante il passaggio sulla sopraelevata di Monza, ha chiaramente mostrato come il simbolo di questa diciassettesima edizione possa proprio essere Monza e la sua sopraelevata.

La classifica finale dimostra anche che non c’è stato un modello favorito rispetto agli altri: certe piste hanno privilegiato le vetture più potenti, certe altre quelle più agili, mentre le prove speciali in salita hanno permesso ad altri modelli di primeggiare.

Esemplare il fatto che, dopo quattro giorni di gare, all’ingresso dell’ultima prova in circuito, il distacco tra il primo e il secondo fosse di soli 0.4 secondi.

Da domani la Ferrari 250 SWB “SEFAC”, una delle sole sei Shelby Cobra Daytona Coupé prodotte (tra l’altro acquistata direttamente dallo stesso Carrol Shelby), la Jaguar E Type Lightweight o la Ferrari 365 GTB/4 “Daytona” Gruppo 4, ex Ecurie Francorchamp, assieme alle amatissime e spettacolari barchette sport, rappresentate nella loro produzione da due Maserati 250S del 1957 torneranno nel silenzio dei loro garage.

Per noi e per il pubblico che ha potuto assistere al loro passaggio, resterà la visione della velocità e il suono dei motori di queste straordinaria vetture… Di questo siamo orgogliosi.

Un premio speciale è stato riservato ai team di meccanici, anche loro veri protagonisti della Modena Cento Ore.

Il trofeo per il “Mechanical Miracle 2018”, è stato assegnato a Richard Walbyoff e Sarah Walbyoff, capaci di trovare, farsi spedire e sostituire il V8 della AC Shelby Cobra 289 del 1965 di Mark Freeman e Mike Ellis. Tutto questo, ovviamente, nello spazio di una sole notte in condizioni non proprio agevoli.

   Un ringraziamento speciale è stato tributato da tutta la sala al team di Canossa Events che, durante i giorni di gara e nei giorni della preparazione, non si è di certo risparmiato, e aggiungo il mio personalissimo ringraziamento per il materiale inviatomi che mi ha permesso di seguire, e farvi seguire, questa bellissima manifestazione come si ci fossimo noi a bordo pista.

Un grazie speciale va anche alla Polizia Stradale, sempre gentile, disponibile, ed efficiente.

Il sorriso di Luigi Orlandini, presidente di Canossa Events, ha accompagnato i saluti finali e gli arrivederci all’anno prossimo per una nuova, fantastica, incredibile, velocissima edizione della Modena Cento Ore.

L’ultima emozione per i vincitori è stata la possibilità di salire sulla Torre della Ghirlandina, simbolo di Modena, solitamente chiusa al pubblico, per potere ammirare la città dall’alto.

A conferma della piacevolezza di questo evento, quanto è successo a Lugi Orlandini che, la mattina seguente al termine della gara, ha ricevuto una serie infinita di “Thank you Luigi” per i bei giorni trascorsi assieme…

Le scelte responsabili della Modena Cento Ore

Anche quest’anno è continuata la collaborazione con il Panathlon Club di Modena: la Scuderia Tricolore ha sostenuto i progetti per lo sport dedicati ai ragazzi disabili.

In aggiunta alla tradizionale donazione effettuata direttamente dalla Scuderia, sempre al Panathlon Club di Modena, è andata anche la donazione di Claudio Lucchesi, Presidente della società Florim, che ha ospitato la serata conclusiva e che ha girato alla fondazione benefica quanto formalmente dovuto per l’affitto degli spazi.

Confermata anche l’attenzione all’ambiente da parte di Canossa Events che continua ad applicare il protocollo CarbonZero per le proprie manifestazioni, e compenserà completamente le emissioni residue di CO2 della Modena Cento Ore 2018, mediante piantumazione di nuovi alberi nell’Appennino Tosco-Emiliano.

La Modena Cento Ore rimane l’unico evento del settore a ‘emissioni zero’.

I numeri della Modena Cento Ore, sono anche quest’anno da record:
  • 107 le vetture iscritte, (101 i partenti), selezionate tra le oltre 250 domande di partecipazione.
  • 18 le Nazioni rappresentate dai 202 partecipanti provenienti da tutto il mondo: Inghilterra, Francia, Germania, Svizzera e altri Paesi dell’Europa, ma anche Stati Uniti, Brasile, Nuova Zelanda…
  • 19 le case automobilistiche presenti, con una rappresentanza equilibrata di Italiane (Ferrari e Alfa Romeo), Inglesi (Jaguar, Lotus, Ford), Tedesche (Porsche, Mercedes-Benz e BMW), e Americane (AC Shelby Cobra, Ford e Chevrolet)
  • 11 prove speciali su strada chiusa, 4 gare in circuito, 4 città arrivo di tappa
  • 832 km di gara in 4 giorni di guida
  • Oltre 600 persone coinvolte a vario titolo nell’evento tra organizzazione, staff, ufficiali di gara, cronometristi, fotografi.
Ed il numero statistico più importante: 1 sola passione per i motori d’epoca da respirare a pieni polmoni!

L’edizione 2019 della Modena Cento Ore sarà annunciata come di consueto a Settembre, ma l’appuntamento sarà come sempre all’inizio di Giugno.

Segnatelo di già in agenda, ne vale assolutamente la pena!

 

 

Fonte Ufficio Stampa Modena Cento Ore Classic, Francesca Azzali, che ringrazio vivamente!

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Renzo Raimondi
Renzo Raimondi - Padre di famiglia fiero, grande appassionato di motori e auto storiche.

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