Il Cremino e la Scuderia Motori Storici alla Valposina-Valdastico.

Il Cremino e la Scuderia Motori Storici alla Valposina-Valdastico.

Settembre è arrivato e con esso le finte promesse di rimettersi in forma. “Da domani corro, tutti i giorni” “Da lunedì 10 flessioni appena alzato dal letto”. E poi l’unica attività fisica che si fa è alzarsi, salire in auto e scendere dall’auto per andare a lavoro.

Ma tutto questo succede solo se non si ha un obiettivo vero e proprio. Questo infatti è quello che ci fa allenare e migliorare nelle nostre passioni: la voglia di stracciare tutti nella prossima gara, consumando benzina e sudando freddo prima di vedere le classifiche dopo la gara.

La verità è che la preparazione per la gara di rientro (almeno per la nostra Scuderia, che ha approfittato della pausa estiva per coltivare le novità che saranno narrate in questo e nei prossimi articoli) comincia almeno due/tre settimane prima. Esce il programma, i percorsi, le tabelle tempi. Si stampano moduli su moduli da riempire con fiumi di inchiostro, per venire alla fine scansionati e inviati come allegati a mail piene di riverenze e saluti. 

Ovviamente non mancano gli allenamenti serali attorno al tubo, con l’alternarsi dei nostri scudieri al libretto dei tempi e al reportage fotografico, sempre pronti a dare consigli (forse anche sbagliati) a chi dentro l’abitacolo con i nervi a fior di pelle cerca e forse trova il fatidico 0 assoluto (che non è -273 penalità ma 0). 

Insomma, affinati gli equipaggi e la tecnica arriviamo al giorno della gara. Da qui in avanti sarà il mio personale racconto del 3° Historic Valposina Valdastico organizzato in data 12 Settembre 2021 dal Rally Club Isola.

La nostra Scuderia si presentava al via con quattro equipaggi: Ceresoli – Raimondi su Opel Ascona 1.2 S (el simise), Cadan – Menesello su Fiat Uno 45 (ea uno bianca), Rosso – Salmaso su Innocenti Mini Cooper 1300 (el cremino) e novità assoluta l’equipaggio Masiero – Brunello su Autobianchi A112 Elegant (el cappuccino). Noterete che alcuni nomi sono scritti in colore rosa, questo cosa vi fa pensare? Esattamente, il nostro gruppo di disperati ha moltissime quote rosa che sono uno dei motivi per cui valga la pena continuare a coltivare questa passione tutti assieme.

Personalmente la giornata è partita male, con un mal di testa molto forte (forse colpa delle due birre medie della sera prima?), ma subito è migliorata grazie alla raffica di cavolate sparate da me e la navigatrice. Riunito il gruppo siamo partiti alla volta di Cogollo del Cengio. Arrivati alle verifiche il mal di testa si è trasformato in dolore alle cervicali crescente sino allo start della gara. A metà del primo giro la navigatrice mi guarda e fa “A te pari un fantasma, tutto ben?” (Il colore della tua pelle è tendente al pallido e gli occhi sembrano molto stanchi, sei sicuro di non avere disturbi tali da arrecare questo particolare stato psicofisico?). Stringo i denti e vado avanti fino alla fine del CO1 dove una volta parcheggiata la Mini ci dirigiamo verso il punto ristoro. 

Ora, la parte successiva del racconto solo a posteriori mi ha ricordato un pezzo di un famoso attore teatrale veneto, ma vi giuro che la scena si è svolta in questa esatta maniera: entro nella sala da pranzo, guadagno il bancone e con una voce flebile chiedo un tè caldo al barista. “Un tè?” risponde, non facendo nulla per nascondere il panico nei suoi occhi. Fulmineo si gira verso il suo collega “Fabio, ghemo tè?” (Fabio, per caso abbiamo alcune bustine di tè?). Con fare titubante il secondo barista rovista tra le cialde per la macchinetta fino a trovare una busta verde “Ecco, c’è! È buonissimo, è già zuccherato!” enuncia con voce tremante. “Si si va benissimo grazie” rispondo in preda ai più disparati dolori di testa e collo. Una volta servita la bevanda con un “Ecco, ecco il tè” prendo il piattino e mi allontano non accorgendomi dello sguardo preoccupato del barista che mi ha seguito dal bancone al tavolo. 

Per farla breve il tè e una tachipirina non alleviarono per nulla i dolori e solo due gocce di olio 31 apposte sulla nuca fecero sparire del tutto i dolori. 

Tornando a noi, riprendiamo la gara timbrando il CO2 e avviandoci a percorrere i km che ci separavano dal CO3. Tutta la gara, per una volta, si è svolta senza alcun cedimento da parte dell’auto e senza nessun intervento tecnico da parte mia o di altri. Questo vuol dire che il tagliando a regola d’arte eseguito senza il minimo intoppo il giorno precedente stava dando i suoi frutti (allega foto del filtro olio bucato). 

Arriviamo a consegnare la tabella di marcia al CO3 consapevoli di due errori grossolani commessi nel secondo giro che scopriamo poi essere i colpevoli della nostra 15esima posizione assoluta ma non della quarta di classe in quanto il distacco dal terzo era superiore ai 100 centesimi, un’enormità. Per questi due errori non bisogna biasimare altro che me, essendo state distrazioni da parte mia proprio sul tubo. 

Un grazie immenso va alla mia navigatrice Pamela che alla sua prima gara, forte di un’esperienza come supporter e alla sua caparbietà nel ricordarsi le strade, ci ha permesso di arrivare sempre puntuali e superare anche qualche sprovveduto che lungo i trasferimenti si era permesso di superarci. 

L’altro ringraziamento va a Giuliano e Toni (non saprete mai il suo vero nome, rimarrà sempre Toni per tutti) che ci hanno seguito e alla fine della gara hanno aperto il Pinot Grigio e la soppressa per placare i nostri stomaci.  

Le premiazioni hanno visto sul podio i nostri equipaggi femminili conquistando il primo e secondo posto nella classifica femminile, consolidando come già sottolineato l’impegno che tutta la Scuderia ci ha messo e ci metterà per dare a tutti la possibilità di correre in questa disciplina. 

A parte l’amara nota del punteggio, si profila un programma interessante di allenamenti in vista della prossima gara che sarà la Coppa dei Castelli, sempre organizzata dal Rally Club Isola. Prossima ma non ultima dell’anno! 

 

 

Fotografie della Scuderia e testo di Stefano Rosso, che ringrazio!!!

 

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Renzo Raimondi
Renzo Raimondi - Padre di famiglia fiero, grande appassionato di motori e auto storiche.

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