Historic Nordest 2021 – Una gara … nella media.

Historic Nordest 2021 – Una gara … nella media.

Partiamo dal fatto che non so come prendere questa gara. Sono sincero.

La cosa che mi ha tenuto assieme è stata la compagnia, il bel tempo, la Mini che andava perfettamente. Ma ce l’ho proprio con me. Ho avuto paura.

Ho avuto paura a prendere i miei spazi quando gli altri concorrenti mi intralciavano. Ho avuto paura di mettere in pratica i consigli di una persona molto più esperta. Ho avuto paura di sbagliare. E perché mai averne? Tanto una volta che hai in mano la tabella di marcia la cosa fondamentale è non andare a muro facendo il “mona”.

Perché avere paura quando in gioco c’è solo la possibilità di migliorare? Si perché non esiste il concetto di peggiorare.

In questa disciplina come anche in tante altre c’è solo la possibilità di migliorare, non puoi dimenticarti come si fa.

Se qualcuno non conosce il contesto di questa gara lasciate che ve lo spieghi.

L’Historic Nordest è una gara di regolarità classica e turistica organizzata dalla Scuderia Pienne Corse che ogni anno propone un percorso diverso che si snoda ai piedi della Vacellina e ogni anno tocca il comune di Maniago e la località turistica di Piancavallo e di Barcis. Chi è appassionato di Rally conoscerà di sicuro questi nomi, ricordando luoghi immersi nella natura e di una bellezza che conquista ogni visitatore.

Per noi della Scuderia Motori Storici è una gara obbligatoria vista l’atmosfera, le strade, il bel rapporto con gli organizzatori e soprattutto la trasferta. Infatti il paese di partenza dell’edizione 1.2 (dodicesima) era Maniago e dalle nostre zone dista all’incirca 150 km. Ah dimenticavo di dirvi: la gara si svolge per la maggior parte in notturna, solitamente il primo equipaggio parte alle 17:00 di Sabato e arriva verso le 00:00 di Domenica, lungo un tragitto di più di 200 km. Quindi capirete che per noi la distanza dal luogo di partenza non è indifferente vista la lunga notte che attende tutti gli equipaggi.

Quindi, dopo diverse serate passate a provare e a preparare dettagliatamente la gara, il ritrovo per gli equipaggi sarebbe stato Venerdì 16 all’albergo “Al Giardino” di Fanna, distante pochi km dal centro di Maniago, sede delle verifiche e della partenza il Sabato 17.

Non mi dilungo sul raccontare la serata di Venerdì, vi basti sapere che per una serie di fortuiti motivi sono arrivato all’albergo fornito di una cassa da 6 di Prosecco. Mi fermo qui.

Sabato mattina inizia con questa vista sul giardino (si, quello dell’albergo) che ci carica a cannone per affrontare finalmente questa gara. Cioè in realtà sono solo le 8 quindi ce n’è ancora di cose da fare prima della partenza, quindi benediciamo questo sole che ci sta baciando con un’ulteriore brindisi. 

Raggiunto in parata il parcheggio dove era allestito il parco chiuso per le verifiche, il tavolino del primo C.O. e il primo pressostato (si perché mi son dimenticato di dirvi anche questo, le PC di questa gara erano tutte concatenate con il primo rilevamento a 30 metri dal C.O. 1 e l’ultimo in cima a Piancavallo, bestiale no?) cominciamo a salutare vecchie e nuove conoscenze.

Il punto forte della nostra Scuderia è l’essere un gruppo eterogeneo di appassionati, legati ovviamente da un’amicizia chi più chi meno duratura ma con un grosso, grossissimo problema: la risata facile. Ed è pure contagiosa! 

Vabbè, stavo dicendo, i nostri cinque equipaggi verificati sono pronti a partire. Mi sudano un po’ le mani ad essere sincero, una gara più lunga del solito e con l’incognita del buio, non sono pronto. Ho paura. Eccola che esce. Deglutisco, scambio l’ultima battuta con l’organizzatore e partiamo. Prima, seconda, STOP, curva, precedenza, via andare. Corriamo sicuri fino alla prima PC. E ovviamente qualcosa mi puzza: non vedo l’equipaggio che partiva davanti. Dove saranno? Che succede ora? Lo so, io devo entrare quando me la sento, quando il MIO tempo sta per scadere. Manca un minuto ed ecco che arrivano. Ma come, nel mio ultimo minuto? E mo che faccio? Nel dubbio accelero da fermo, mi lascio prendere dal panico. Loro partono che a me rimangono 30 secondi e a meno 15 parto anche io. Prima prova andata, subito infilo la seconda e lungo la terza sorpasso di nuovo la Fulvia con il numero 116. Dai non vorrai dirmi che faremo tutta la gara così? E infatti non sarà solo quell’intoppo a distrarci ma anche l’equipaggio 115 arriverà in ritardo in una prova e così transiterà pochi secondi davanti a noi in 5 prove consecutive.

Non so come comportarmi. Siamo solo all’inizio, non posso già arrabbiarmi. Infatti sia io che Pamela rimaniamo calmi per tutto il CO nonostante questi rallentamenti, consci che ormai la frittata era fatta e che la concentrazione era saltata. Vabbè ci consoliamo con un serrato inseguimento tra le auto 114 – 115 – 116 e 117 lungo Pala Barzana e le strade da Meduno a Maniago, quasi come se fossimo in un rally, sempre rimendo nei limiti (lo dico per alleggerirmi la coscienza)!

Affrontiamo le ultime prove con maggior tranquillità, cercando di fare del nostro meglio ma purtroppo ecco che si ripresenta la paura.

Ora che ho la strada libera, metto in pratica i consigli? O resto con il mio metodo? Ma si proviamo dai. Orco can, vedi che funziona, ci provo sulla prossima. No no spetta un attimo in anticipo, porco cane, non lo faccio più. No dai qui ho tempo ci provo, ecco vedi ha funzionato, ci riprovo. Noooo sono arrivato in ritardo.
Ecco, queste parole mi uscivano dalla bocca mentre l’occhio seguiva il pressostato e i piedi danzavano tra frizione, freno e acceleratore, facendo muovere una macchina di 49 anni sul filo del centesimo tra Barcis e Piancavallo. Una connessione uomo-macchina che mette i brividi. Il mio amore per questo ammasso di ferro che è la Mini, la mia.

Scendiamo da Piancavallo incollati alla coda della 116 che scoprimmo poi essere una Fulvia Gruppo 4 con un consumo inferiore alla Mini in quantità di carburante. Poco male, rabbocchiamo il serbatoio con il pasticcio e brasato e riempiamo lo stomaco con della buona benzina verde. Anzi, mi sa che abbiamo fatto il contrario, si si. 

Purtroppo uno dei nostri equipaggi si è dovuto ritirare per noie non meccaniche, stessa sorte toccata al mio povero navigatore dello scorso anno (Federico, se mi leggi, ti chiedo scusa).

Il secondo C.O. non ci ha dato molti grattacapi, a parte un mio errore in una PC, abbiamo transitato sui tubi in maniera sicura, vivace.

Arriviamo al C.O.3, l’arrivo.

Lo sguardo incredulo di chi non si aspettava che la Mini finisse (purtroppo l’altra mini iscritta alla gara si è dovuta fermare dopo il primo giro, lasciando a noi l’onere di dare lustro alla piccola mezzosangue anglo-milanese) ci accoglie nel buio della notte. Aspettiamo i nostri compagni di avventure, ben coperti visto il calo di temperature fuori dall’abitacolo. Arrivato anche l’ultimo numero ci raduniamo ed entriamo in gruppo nell’osteria adiacente per indovinate cosa? Un calice di prosecco ovviamente.

E lì ci confrontiamo con i tempi, in quella coreografia che prende vita una volta conclusa la gara di cui già vi ho raccontato.

Verificando con Pigiama i tempi notiamo tra i miei passaggi qualcosa di anormale. Una prova da 14 secondi fatta in 4 secondi e mezzo? Va ben veloce, grazie, ma no me par mia giusto. Ci rivestiamo e partiamo per raggiungere la direzione gara. Nel mezzo del cammin di nostra vita, incontrammo altri due partecipanti che per delle ragioni simili cercavano il direttore di gara e il responsabile dei cronometristi. Entriamo nella sala riunioni dell’hotel adibita a direzione gara decisi a far valere le nostre ragioni.

Per nostra fortuna il direttore di gara si è dimostrato comprensivo e ha accettato due verifiche tempi, nonostante il regolamento ne concedesse una sola (e qui si può aprire un bel capitolo ma non vorrei dilungarmi). Fatto sta che nelle prove 22-23-24 come già detto i rilevamenti dei nostri passaggi non erano corretti e per due di essi è stata assegnata la media (quando un rilevamento non è corretto e non è possibile definire il tempo reale di passaggio viene assegnata la media del punteggio relativo a tutte le prove effettuate meno quella in questione). Ecco spiegato il titolo: su 24 prove del primo CO, due annullate per tutti e su 7 assegnata la media.

Torniamo verso le auto con ancora il dubbio di un paio di prove ma era tardi e lo scontro verbale non avrebbe portato a molto.

Riunita la Scuderia nel parcheggio dell’hotel, ci salutiamo e ci corichiamo in vista del viaggio di ritorno.

La Domenica è la giornata delle premiazioni e vede protagonisti l’equipaggio Mattiello- De Stefani e Rocelli-Bertin con rispettivamente secondo e terzo posto di classe 7 e il sottoscritto Rosso-Salmaso con un terzo posto di classe 6, subito sopra all’equipaggio Ceresoli-Raimondi con il cimice verde. 

Per concludere questo lunghissimo racconto non so ancora darmi pace riguardo l’aver avuto paura. Cerco solo di prendere il meglio di questa due giorni di gara, conscio del fatto che la strada è ancora lunga e come già detto si può solo migliorare.

Alla prossima gara, me raccomando!

 

 

Testo e fotografie di Stefano Rosso e della nostra Scuderia.

 

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Renzo Raimondi
Renzo Raimondi - Padre di famiglia fiero, grande appassionato di motori e auto storiche.

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