Asta Sant’Agostino del 14 dicembre p.v.: la vendita all’incanto tutta italiana

Asta Sant’Agostino del 14 dicembre p.v.: la vendita all’incanto tutta italiana

Si sente spesso parlare, e lo fa anche Motori Storici, di vendite all’asta di prestigiose automobili battute da blasonate case d’asta, per lo più inglesi. Oggi, però, vi segnalo una bella iniziativa tutta italiana.

Lunedì prossimo, 14 dicembre, alle ore 21, l’italianissima Casa d’Aste Sant’Agostino propone la sua prima asta dedicata alle automobili classiche e da collezione.

La casa d’aste e galleria d’arte Sant’Agostino ha sede a Torino, la capitale italiana dell’auto, e fu fondata da Pier Carioggia nel 1969 proprio nella cittadina torinese e come prima sede aveva il numero 5 di via Sant’Agostino, da cui deriva il nome dell’azienda. Dopo vari spostamenti per trovare una giusta collocazione e i necessari spazi espositivi la sede si è definitivamente allocata a Torino in Corso Tassoni, 56, in un prestigioso edificio che risale addirittura al XVI secolo, e che in origine era un mulino, uno dei primi esempi di archeologia industriale di Torino, denominato Mulino Feyles o Mulino Martinetto, che già varrebbe una visita.Locandina

La casa d’aste Sant’Agostino benché abbia continuato a essere particolarmente specializzata in dipinti e sculture dell’800, del ‘900 e contemporanee, ha allargato, nel corso degli anni, il proprio raggio d’azione al design e alle arti decorative del ‘900, ad argenti, gioielli e orologi, alle opere d’arte antica, arredi, oggettistica ed infine alle automobili classiche e da collezione.

Ed è proprio quest’ultimo ramo che ci interessa a e che metterà all’incanto circa 48 lotti il prossimo lunedì, difatti l’idea di organizzare la prima asta di automobili nella città torinese nasce dal fatto che Torino è famosa nel mondo come la città dell’automobile. Il binomio auto-Torino è indissolubile e la città è lo scenario ideale per la prima vendita all’incanto di vetture d’epoca. A Torino, inoltre, sono nati e hanno sede i principali designer: Giugiaro, Pininfarina, Coggiola, Bertone e Vignale. Sono loro i carrozzieri artigiani che hanno reso l’automobile sinonimo di stile e oggetto di bellezza, status symbol.

In questa che per la case d’aste italiana e la sua 133esima aste, ma che mi risulta essere la prima del campo automobilistico, verranno venduti veri e propri oggetti di culto, dall’Isotta Fraschini Tipo 8 del 1928 alla più recenti Maserati Ghibli e Ferrari Testarossa passando per il prototipo Hummer T-Rex realizzato dal Designer Torinese Coggiola.

Saranno, inoltre, presenti vetture significative della storia dell’automobilismo, dalla Fiat 500 alla Rolls Royce Silver Cloud, dalla Porsche 356 A alla Lancia Aurelia B20, fino alla più recente Lamborghini Gallardo.

Ci sono anche alcune succulente curiosità legate ai singoli lotti una su tutte, che mi ha veramente incuriosito, è la Rolls Royce di Wimbledon, di un colore insolito. Di seguito vi riporto l’esposizione di alcune delle vetture che andranno all’asta e in fondo alla pagina l’elenco completo dei 48 lotti che verranno battuti dalla Sant’Agostino.

Un’ ultima annotazione per chi vorrebbe fare un salto a Torino, l’esposizione delle vetture è già aperta da oggi fino a domenica 13 dicembre, dalle ore 10 alle ore 20, orario continuato, presso la sede della Casa d’Aste.

Un suggerimento, extra automobilistico, a chi volesse passare per la Capitale piemontese, visitate, oltre a tutto il resto, anche il Caffè Al Bicerin, in Piazza della Consolata 5, un elegante e piccola pasticceria del 1763 con arredi in legno e tavoli di marmo, la cui specialità è il bicerin, vi lasci scoprire cos’è, ma vi assicuro che ne vale la pena!

Isotta Fraschini 8A del 1928 carrozzata da Cesare Sala.

Pezzo unico La vettura venne allestita tra il 1927 ed il 1928 su commissione del concessionario inglese della Isotta Fraschini. L’ importatore inglese tenne l’Isotta Fraschini sulla 37 North Audley Street di Londra, in esposizione dimostrativa fino al 1931. Il 3 agosto 1931 venne venduta al funzionario Commendatore Antonio Tamburini di Tolosa ed immatricolata per la prima volta in Francia. Negli anni 60 venne ceduta al Museo dell’Automobile di Le Mans. In seguito divenne il fiore all’occhiello della collezione di Sergio Pozzoli, collezionista e scrittore di testi storici sulle vetture Ferrari, che la inviò negli USA per installare un servosterzo prodotto per le vetture Isotta Fraschini, rendendo la guida facile e fluida senza alterare l’originalità del veicolo. Negli anni 90 la vettura venne acquistata da un noto collezionista bresciano che decise nel 1996 di immatricolarla in Italia e nel 1999 di restaurarla completamente. Da allora ha percorso meno di 100 km.

Porsche 356 A 1600 del 1957 Cabriolet by Reutter

Nel 1955 al Salone di Francoforte la Porsche presentò il nuovo modello denominato 356A, nato dall’esigenza di un prodotto migliore per la clientela Porsche. Le innovazioni apportate coinvolsero il raffreddamento del vano motore, le guarnizioni ed i filtri. Soprattutto, la 356A aumentava la cilindrata del motore anche per poter competere con le altre Case nelle gare sportive, passate – con un cambio di regolamento – da 1500 a 1600 cm³. Il motore della 356A arrivò dunque alla cilindrata di 1587 cm³ aumentando l’alesaggio a 82,5 mm, arrivando così ad erogare una potenza di 60 CV e 75 CV nella versione Super. Il telaio venne rinforzato, migliorarono i freni e la guidabilità con un ammortizzatore di sterzo. I sedili anteriori vennero sdoppiati e resi più sportivi e reclinabili. Ma più importante fu la modifica del parabrezza che finalmente assunse una curvatura regolare senza il brusco angolo centrale.

Ferrari Testarossa del 1991

Pininfarina Salone di Parigi, ottobre 1984: torna il glorioso appellativo “Testarossa” e va ad identificare l’erede della 512 BBi. Per questa vettura, Pininfarina disegnò una linea innovativa e di notevole impatto visivo, caratterizzata da prese d’aria laterali molto pronunciate e da dimensioni più grandi del modello precedente. L’evoluto 12 cilindri boxer era diventato a quattro valvole per cilindro ed era, in quel periodo, il motore più potente installato su di un’auto sportiva di serie. La Testarossa fu un modello che prese il nome direttamente dalla storia dell’azienda, poiché la sua denominazione derivava dalla serie vincente di vetture sport 500 e 250 Testa Rossa, macchine da competizione che dominarono sui circuiti verso la fine degli Anni Cinquanta. Il motore fu il primo dodici cilindri boxer in configurazione a quattro valvole per cilindro inserito sotto il cofano di una Ferrari stradale, e mantenne la stessa cilindrata di 4943 cc della 512 BBi. Alesaggio e corsa erano rispettivamente di 82mm x 78mm, il numero di riferimento interno era F 113 A 000. Era dotato di doppi alberi a camme in testa per bancata di cilindri mossi da cinghia dentata, ora pilotata direttamente dall’albero motore e non tramite cascata d’ingranaggi come sui precedenti propulsori boxer.

Lancia Flaminia Turing Superleggera Convertibile 3C del 1963

A poco più di un anno di distanza dal lancio della Flaminia che più delle altre ha preso il posto della Aurelia B20 berlinetta, la Gran Turismo Coupé (esposta in anteprima al Salone dell’Automobile di Torino 1958 ed entrata in commercio all’inizio del 1959) viene messa in produzione la versione “aperta”, cui cui spetta l’impegnativo compito di colmare il vuoto lasciato vacante dalla Aurelia B24. La Flaminia Convertibile (questa la definizione che in casa Lancia, al posto delle più comuni “spyder” o “cabriolet”, si preferisce attribuirle) viene presentata nel marzo. Una delle prime Flaminia Convertibile Touring (forse un esemplare di pre-serie) ritratta sulle nevi di Cervinia. Le caratteristiche della vettura ricalcano fedelmente quelle della sorella con tetto metallico (6 cilindri a V di 60°, 2458 cm³, 119 CV): le sole differenze riguardano il peso (che è un po’ superiore) e la velocità massima dichiarata, che è inferiore, anche se di appena 2 chilometri orari (178 anziché 180) e che scende a 172 km. orari viaggiando con la capote abbassata. Stando alle dichiarazioni rese dalla Casa al momento del lancio, le consegne della Convertibile, che viene venduta allo stesso prezzo della Coupé (3.200.000 Lire di listino) dovrebbero iniziare a maggio[1] Pochi mesi dopo il lancio, nell’estate 1960, l’intera gamma Flaminia, e dunque anche la GT Touring Convertibile, subisce una modifica alla timoneria dello sterzo: viene inserito un ammortizzatore idraulico telescopico destinato ad assorbire anche i piccoli contraccolpi che nascono dai movimenti verticali di sospensione delle ruote e dunque a ridurre le reazioni degli scuotimenti al volante. La vita della Convertibile “prima serie” termina, al pari di quella della gemella Coupé, nel dicembre del 1961, sostituita da una nuova versione con motore munito di 3 carburatori.

Lancia Aurelia B20 GT III Serie Pininfarina del 1953

La lancia Aurelia o più comunemente chiamata dagli italiani negli anni 50 la “G.T.“ in quanto massima espressione di una vettura da Gran Turismo. La Lancia Aurelia, prima berlina e poi GT venne concepita e realizzata fra il 1950 e il 1951, anni caratterizzati dall’intelligenza e dalla volontà di uomini decisi a ricostruire un paese e a lasciarsi alle spalle le macerie materiali e morali di una guerra disastrosa. Uno di questi era l’allora ventisettenne Gianni Lancia (Giannino per gli amici nonostante l’imponenza), che per affermare le sue scelte a favore delle competizioni, dovette confrontarsi duramente con la maggior parte della sua dirigenza e della sua stessa famiglia. Delle Aurelia furono prodotte sei serie, dal 1951 al 1956, tutte con motore progettato da Vittorio Jano e carrozzeria di Pininfarina, esse si distesero per la raffinatissima tecnologia, che portava ad un confort di marcia ineguagliato ed a prestazioni eccellenti. Le prime due serie erano caratterizzate da un motore da 2.000 cm, mentre le successive serie, per contrastare il passo alle eterne rivali Alfa Romeo 1.900 ss contribuirono a rendere ancora più prestigioso l’Albo d’Oro della vettura.

Maserati Ghibli Coupé del 1968

Il nome Ghibli, che deriva da un vento, per la precisione uno scirocco libico era conosciuto all’interno di Maserati con la sigla Tipo AM115 ed il design portava il nome di un grande dell’automotive italiano: Giorgetto Giugiaro. L’auto doveva sostituire la vecchia Maserati Mistral e fu presentata per la prima volta dalla Carrozzeria Ghia in occasione del Salone dell’Automobile di Torino, anno 1966. L’auto fu accolta molto bene dal pubblico che si decise di produrla. Fu così che nel marzo del 1967 uscirono dalla fabbrica i primi esemplari di serie della, all’epoca, nuova Maserati Ghibli. Esteticamente Giugiaro aveva creato una bellissima coupè 2+2 dallo stile unico, proporzionato e personale. Il frontale si faceva apprezzare per la presenza di fari a scomparsa, che non intaccavano minimamente la forma del lungo cofano motore. Il muso era costituito da una grossa mascherina a sviluppo orizzontale con finitura cromata e, su alcune versioni, con due elementi verticali per proteggere la carrozzeria dai piccoli urti. Le fiancate erano molto pulite, senza particolari elementi significativi (ad eccezione delle prese d’aria sui parafanghi anteriori), e unite al padiglione molto rastremato la rendevano estremamente filante. Abbastanza semplice il posteriore, dove risaltano principalmente i quattro terminali di scarico cromati dalle dimensioni più che generose.

Rolls Royce Silver Spirit personalizata Wimbledon del 1983

La Silver Spirit, è un modello di autovettura di lusso della casa britannica Rolls-Royce prodotta dal 1980 al 1997 in molte versioni e con due revisioni: nel 1989 e nel 1993. Venne sostituita nel catalogo della casa dal modello Silver Seraph. La vettura è una berlina di generose dimensioni ed è l’evoluzione della Silver Shadow con cui condivide parte della meccanica e il classico propulsore V8 da 6.749 cm³ capace di erogare una potenza di 247 cavalli con trazione posteriore. La versione originale, (nota come Mark I), era dotata di un propulsore a benzina dotato di carburatore. I veicoli prodotti successivamente al 1986 sono stati invece dotati di un motore ad iniezione. La velocità massima dichiarata dalla casa era di 208 chilometri orari. L’auto è dotata unicamente di cambio automatico a 3 rapporti più la retromarcia e il selettore si trova sul volante. Disponibile sia in versione con guida a destra che a sinistra, la vettura riporta nel vano motore targhette in cinque lingue diverse: inglese, tedesco, francese, italiano e arabo. Nonostante le dimensioni generose del vano motore la batteria è alloggiata in un vano coperto del bagagliaio, di dimensioni ridotte per un veicolo di tali dimensioni. Questa vettura è stata utilizzata e personalizzata dal comitato organizzatore del trofeo di Wimbledon nel 1983 utilizzando lo stesso colore delle palline da tennis che all’epoca erano di color giallo.

 

INDICE DEI LOTTI

  1. 1920 / 1921 – Motore e cambio Isotta Fraschini Tipo 8
  2. 1968 – Volkswagen Karmann Ghia
  3. 1970 – LMX Sirex 2300 HCS
  4. 1978 – Ford Escort RS 2000 Rally Ufficiale
  5. 1960 – Alfa Romeo Giulietta Spider – Pininfarina
  6. 1961 – Porsche 356 B 1600 Super – Reutter
  7. 1997 – Porsche 993 Turbo
  8. 1982 – Porsche 928 S4
  9. 1982 – Porsche 924 Turbo
  10. 1968 – MG Midget
  11. 1960 – Austin Healy Sprite Frog Eye
  12. 1965 – Jaguar MKII 3.4
  13. 1991 – Maserati Racing
  14. 1991 – Porsche 964 Turbo
  15. 1971 – Rolls Royce Corniche drop-head coupé – Mulliner Park Ward
  16. 1963 – Lancia Flaminia Turing Supereleggera Convertibile 3C
  17. 1911 – Hup Mobile 20 HP Coupé
  18. 1951 – Jewett Jupiter – Rawosn
  19. 1995 – Lamborghini Diablo VT – Gandini/Gale
  20. 1928 – Isotta Fraschini 8A – Cesare Sala esemplare unico
  21. 1952 – Jaguar XK 120 OTS
  22. 1970 – Rolls Royce Silver Shadow convertible – Mulliner Park Ward
  23. 1970 – Lancia Fulvia Rally 1.6 HF Gr. 4 Fanalone
  24. 1968 – Maserati Ghibli Coupé – Giugiaro
  25. 1957 – Porsche 356 A 1600 Cabriolet – Reutter
  26. 1983 – Rolls Royce Silver Spirit Wimbledon
  27. 1986 – Bentley Eight
  28. 1972 – Fiat Nuova 500 Lusso
  29. 1958 – Henkel Kabine 156
  30. 1981 – Mercedes Benz 380 SL Convertible
  31. 1973 – Volkswagen Beetle Convertibile
  32. 1971 – Volkswagen Buggy Sherpa
  33. 1964 – Saab 96
  34. 1962 – Jaguar MKII 3.8 Litre Saloon left hand drive
  35. 1990 – Ferrari Mondial T Cabriolet – Pininfarina
  36. 1991 – Ferrari Testarossa – Pininfarina
  37. 1987 – Lamborghini LM 129
  38. 2002 – Hummer T-Rex Prototipo – Coggiola
  39. 1964 – Rolls Royce Silver Cloud III Saloon
  40. 1953 – Lancia Aurelia B20 GT III Serie – Pininfarina
  41. 1963 – Fiat 600 Abarth 1000TC – Ricostruita
  42. 1996 – Porsche 993 Turbo Gtr 600 – Gemballa
  43. 2009 – Lamborghini Gallardo 5.2 V10 LP560-4 Coupé
  44. 1988 – Porsche 959 Komfort
  45. 1960 – Italia 2000 – Alfredo Vignale
  46. 1972 – Mercedes Benz 350 SL
  47. 2007 – Ferrari 430 Spider Cambio Meccanico – Pininfarina
  48. 1975 – Ford GT 40 Replica

 

Per qualsiasi informazione visitate il sito della casa d’Aste Sant’Agostino:

www.santagostinoaste.it

 

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Renzo Raimondi
Renzo Raimondi - Padre di famiglia fiero, grande appassionato di motori e auto storiche.

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