L’unica 365 GTB/4 Daytona stradale in alluminio.

L’unica 365 GTB/4 Daytona stradale in alluminio.

Con oltre 1.200 esemplari della potente 365 GTB/4 “Daytona” prodotte dal ’69 al ’73, in alluminio ne sono state costruite solo cinque, quelle che hanno dominato alla 24 Ore di Daytona.

In aggiunta, Ferrari ha commissionato solo una versione stradale della Daytona in alluminio, la vettura offerta oggi, un pezzo da novanta per qualsiasi collezione Ferrari. Unico esempio del suo genere, un’auto che molti pensavano non potesse neanche esistere, ha tutte le caratteristiche per essere un pezzo incredibile da collezione.

Ed andrà all’asta organizzata da RM Sotheby’s il prossimo 9 settembre proprio a Maranello; una delle aste più attese della stagione.

Una vettura unica che nessun altro collezionista potrà rivendicare, questa berlinetta ha uno stretto legame con le sorelle da pista, nonostante non abbia mai messo una ruota in un circuito.

Anzi, è stata nascosta per decenni. Presentata qui in splendida condizione conservata, essendo stata tenuta ferma per anni, senza mai essere restaurata in maniera importante. Non esiste al mondo una Daytona migliore, anche per il più esperto conoscitore, un esemplare che offre infinite opportunità di divertimento.

Il telaio numero 12653 è approssimativamente l’auto numero 30 nella sequenza di numerazione delle Daytona e ha la carrozzeria Scaglietti n° 32. Oltre al telaio numero 12547 (che era stato commissionato da Luigi Chinetti per correre la 24 Ore di Le Mans), quest’auto è l’unica Daytona con specifiche stradali carrozzata in alluminio.

Completata nel giugno del 1969, questa Ferrari Daytona era dotata di fanali coperti in plexiglas e finestrini elettrici, abbinati alla carrozzeria in alluminio su misura, verniciata in Rosso Chiaro (20-R-190) con interni in pelle Nero (VM 8500).

Nel mese di settembre la vettura è stata consegnata al concessionario di Bologna, la Motor S.p.A. di Carla Allegretti.

Qui viene comprata alla fine del mese da Luciano Conti, l’editore di Autosprint. Nel ’70, l’azienda di Conti la vende a Guido Maran di Verona che, un mese dopo, la rivende a sua volta a Carlo Ferruzzi di Ravenna.

Nel luglio del ’71 viene cancellata dalla motorizzazione italiana per essere importata da una concessionaria giapponese tre mesi dopo. L’auto, con telaio numero 12653, pubblicata sulla rivista giapponese Car Graphic (gennaio 1972), nel maggio del ’75 viene acquistata dal nipponico Goro Guwa di Gifu e, nell’aprile del ’79, passa al suo conterraneo Tateo Ito, di Nagoya. Quasi un anno più tardi finisce a Makoto Takai, che la terrà nascosta per quasi 40 anni. Esemplare conosciuto da pochissimi collezionisti, molti Ferraristi ne ignoravano addirittura l’esistenza.

Qualcuno, nel corso degli anni, ha cercato di accaparrarsela, ma senza successo ed ora finalmente viene offerta all’asta “Passione e Leggenda” per la prima volta.

Nella sua condizione di “barn-find”, questa Ferrari è stata chiaramente dimenticata in un deposito per anni finché, nel giugno 2017, è stata sottoposta ad una valutazione dell’esperto del Cavallino, Marcel Massini.

Massini ha confermato la corrispondenza con i registri di fabbrica di motore e del gruppo cambio-differenziale. Nonostante i vari proprietari giapponesi abbiano apportato una serie di modifiche cosmetiche minori, questo rimane un esemplare autentico sotto molti altri punti di vista.

Gli interni, per esempio, presentano un’impressionante stato di originalità, con buone condizioni riscontrabili in pannelli delle portiere, alette parasole, specchietto retrovisore, sedili, moquette, manopola del cambio e nel rivestimento del cielo. Massini fa notare che i numeri di serie dei pannelli in alluminio combaciano con la numerazione della carrozzeria di Scaglietti e, infine, che la ruota di scorta originale non sembra essere mai stata utilizzata.

Con 36.390 chilometri totali, considerati realistici, questa rarissima 365 GTB/4 è un’acquisizione ideale per l’appassionato di Ferrari a caccia dell’esemplare unico.

Può essere presentata ai concorsi per il suo stato di conservazione o, per chi fosse disposto a sostenere un restauro completo, il telaio numero 12653, offre un’irripetibile opportunità di poter riportare agli antichi fasti, l’unica Daytona stradale in alluminio.

 

Fonte e fotografie RM-Sotheby’s

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Renzo Raimondi
Renzo Raimondi - Padre di famiglia fiero, grande appassionato di motori e auto storiche.

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