Fiat 127, l’auto di tanti italiani festeggia i suoi 50 anni.

Fiat 127, l’auto di tanti italiani festeggia i suoi 50 anni.

Siamo alla fine degli Anni ’60, un momento di grande difficoltà per il Paese che viene traghettato dal boom economico ai tempi della contestazione, degli attentati e delle tensioni sociali. Ma anche di grande evoluzione tecnologica globale, con gli astronauti di Apollo 11 che sbarcano sulla Luna e l’avvio di Arpanet, il collegamento in rete alla Università della California da cui poi nascerà internet.

Sulle strade italiane la popolare Fiat 850, erede della iconica 600, comincia a segnare il passo nelle vendite e nel 1969 viene affiancata dalla 128, il modello di Dante Giacosa che – assieme alle Autobianchi Primula – sdogana la moderna soluzione del ‘tutto avanti’.

Così a Torino si vara il progetto X1/4, per un secondo modello a trazione anteriore ma di livello più accessibile così come lo era la 850. Forte della esperienza fatta con la 128 (modello che ispirò, tra l’altro, la Volkswagen Golf nata nel 1974) Fiat decide di far convivere in questa nuova auto due esigenze ‘rivoluzionarie’: contenere i costi industriali ottimizzando produzione e componentistica e offrire un veicolo spazioso, ergonomico, luminoso che accontenta le esigenze della famiglia media.

E’ così che nel 1969 Dante Giacosa, capace e potente direttore tecnico e responsabile del Centro Stile, affida – suscitando non poche resistenze interne – il progetto della X1/4 ad uno degli astri nascenti del design italiano, il giovane (non ha ancora 30 anni) Pio Manzoni, in arte Manzù figlio dello scultore Giacomo Manzù che si è formato alla scuola di progettazione grafica e disegno di Ulm, in Germania. A far decidere per questa scelta è il suo progetto Autonova Farm, una innovativa monovolume presentata quasi 4 anni prima dell’iconica Kar-a-Sutra su meccanica Citroen dell’architetto Mario Bellini che a sua volta prefigura l’space Renault che arriverà solo nel 1984.

Ma torniamo alla X!/4, o meglio alla 127 che Pio Manzù disegna rapidamente e con grande estro creativo attorno alla ‘disposizione Giacosa’ cioè il motore anteriore trasversale e il cambio alla sinistra del propulsore. Un modello in scala 1:1 viene approntato rapidamente e il 26 maggio è in programma la presentazione ai massimi dirigenti Fiat. Manzù non arriva però all’appuntamento: nella prima mattina di quel lunedì, mentre percorre l’Autostrada Milano-Torino al volante della 500 della moglie, esce di strada all’altezza del Casello di Brandizzo e muore poco dopo in ambulanza.

La 127 procede comunque il suo cammino, dal lavoro di stile di Manzù – a cui ha contribuito anche Rodolfo Bonetto, nipote del celebre pilota della Lancia Felice Bonetto – si passa rapidamente ai primi prototipi, che montano il super-collaudato motore 4 cilindri 8 valvole comandato da aste e bilancieri serie 100 di 903.

Un vero ‘punto fermo’ nella storia Fiat, in quanto nato nel 1955 (proprio per la 600) e prodotto fino al 2000, quando venne sostituito definitivamente dal Fire nato nel 1985.

Per la 127 si opta per la versione da 47 Cv del Serie 100 della 850 Sport Coupé, portato a 47 CV, accoppiato ad un cambio a 4 rapporti. L’auto è maneggevole e robusta come dimostra un video promozionale girato dallo stunt-man Remy Julienne (https://www.youtube.com/watch?v=mBNYv4reHsY).

La Fiat 127 viene presentata al pubblico mezzo secolo fa, esattamente nell’aprile del 1971, ottenendo un immediato successo di critica e commerciale, tanto da conquistare l’anno seguente il prestigioso titolo di ‘Car of The Year’. La prima serie della 127 ha inizialmente 2 sole porte, finiture relativamente spartane e costa 920.000 lire, cioè 80.000 lire più della 128. L’esigenza di un portellone di carico, altra novità per l’epoca, fa aggiungere all’offerta la 127 3 porte e una versione Special, meglio rifinita con cromature, poggiatesta anteriori, mascherina squadrata e luce di retromarcia.

Una seconda serie debutta nel 1977 e propone un restyling frontale e posteriore, con una inedita mascherina, fari modificati e nuove luci posteriori. arrivano tre allestimenti (L, C e CL) e in aggiunta al 903 cc anche un nuovo 1050 cc. Un anno più tardi debuttano le versioni Sport: sono a 3 porte ed hanno un aspetto aggressivo con carrozzeria nera/arancio, contagiri e motore 1050 che eroga 70 Cv. Debutta anche la versione Top verniciata in bronzo o in blu, con tetto apribile.

Nel 1980 per istituire la 128 Panorama Fiat decide il lancio di un’analoga versione della 127, realizzata sulla più robusta struttura della 147 L prodotta in Brasile. Nel 1981 arriva la versione diesel della 127 con motore 1300 cc 45 Cv, purtroppo penalizzata come tutti i modelli a gasolio dal superbollo (introdotto dal decreto-legge 8 ottobre 1976 n. 691 che gravava per 12 000 lire per ogni Cv fiscale). Ed è sempre del 1981 il secondo restyling, che non interviene sui lamierati della carrozzeria, ma prevede l’aggiunta di discutibili modanature in plastica. Sulle 127 Sport e sulla CL – chiamata Super – debutta il cambio a 5 marce.

Nel 1983, con il lancio della più moderna Uno, Fiat prosegue nella produzione della 127 ma solo come modello ‘Unificato’ che prevede, ad un prezzo conveniente, una versione benzina e una diesel.

Le vendite in Italia cessarono nel 1987 (in Argentina arriveranno fino al 1996) e 127 esce di scena dopo 5.124.289 esemplari prodotti. 

 

Fonte Ansa

 

 

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Renzo Raimondi
Renzo Raimondi - Padre di famiglia fiero, grande appassionato di motori e auto storiche.

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