Matchbox: compie 70 anni marchio di modellini nella scatola dei fiammiferi.

Matchbox: compie 70 anni marchio di modellini nella scatola dei fiammiferi.

Alzi la mano chi, avendo una certa età, non ha mai giocato con una automobilina in miniatura della Matchbox, cioè della marca inglese che aveva preso i nome (e il packaging) dalle vecchie scatole di fiammiferi? Il prossimo anno questo brand compirà 70 anni, essendo stato fondato nel 1953 da Jack Odell e Leslie Smith che erano proprietari della Lesney Products – l’azienda di giocattoli già presente sul mercato da 1947 – e che creò successivamente la Matchbox Toys dando il via, negli Anni ’50 e ’60 ad una vera mania per il collezionismo di automobili da corsa, camion, mezzi militari e veicoli d’ogni tipo, tutti rigorosamente in scala 1/64 e riprodotti con cura e dovizia di particolari in una fusione di ‘zama’ cioè una lega di zinco formata da alluminio, magnesio e rame.

La storia della Matchbox prese curiosamente avvio in un pub bombardato chiamato The Rifleman nell’East End di Londra dove Leslie Charles Smith – un ex comandante di dragamine durante la Seconda Guerra Mondiale – e l’amico Rodney Smith aprirono un’attività di pressofusione (la Lesney Products) nel 1947 per produrre parti industriali in lega.

Successivamente all’ingresso nella società di John Odell (che provocò l’immediata uscita del socio Rodney Smith) venne avviata anche la fabbricazione di giocattoli.

Davvero incredibile la genesi del nome Matchbox: Odell aveva una figlia, Anne, che frequentava una scuola dove agli alunni era permesso portare in aula giochi purché trovassero posto in una scatola di fiammiferi. Anne, che era ciò che oggi verrebbe definito uno scolaro ‘irrequieto’, riempiva solitamente la scatoletta blu e gialla con ragni vivi, con le immaginabili conseguenze.

Fu così che il padre John Odell, sfruttando le tecnologie della piccola azienda, le regalò la miniatura – dipinta di verde e rosso – di un rullo compressore per asfaltature stradali, così piccolo da stare perfettamente nella scatola dei fiammiferi.

Bastò un giorno per capire, dalle richieste di tutti i compagni, che l’idea era buona: era facile da maneggiare anche da parte dei bambini, ma difficile da ingoiare. Era senza parti a molla o in movimento. Soprattutto, era poco costoso da produrre. Così al rullo compressore seguirono un autocarro con cassone ribaltabile, un bulldozer e un camion dei pompieri.

Ma la Società trovò il suo filone d’oro nel 1953 quando produsse una versione in miniatura della carrozza trainata da cavalli della regina Elisabetta II usata per la sua incoronazione e confezionata, naturalmente, all’interno di una scatola di fiammiferi. Ne vennero vendute più di un milione, con un fatturato che – aggiornato al 2022 – può essere valutato in oltre 6 milioni di euro.

Dal 1953 alla sua cessione nel 1997 al colosso Usa dei giocattoli Mattel (che produceva le rivali Hot Wheels) la Matchbox ha prodotto oltre 3 miliardi di modellini, una cifra sbalorditiva che può essere valutata leggendo una intervista rilasciata da Odell nel 1962 al New York Times.

A quell’epoca i 6mila dipendenti sfornavano qualcosa come un milione di macchinine al giorno, e fu proprio il fondatore – con una punta di orgoglio – a sottolineare come la Matchbox producesse (in funzione delle statiche dell’epoca) “più Rolls-Royce in un solo giorno di quante l’azienda ne abbia mai prodotte in tutta la sua storia”.

 

  

Fonte Ansa

 

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Renzo Raimondi
Renzo Raimondi - Padre di famiglia fiero, grande appassionato di motori e auto storiche.

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