Maserati 3500 GT, l’icona del granturismo del Tridente.

Maserati 3500 GT, l’icona del granturismo del Tridente.

Nella storia della Maserati l’iconica 3500 GT rappresenta una tappa decisiva: con questo modello, lanciato nel 1957, la Casa del Tridente passò infatti da una piccola produzione (2-3 auto al mese) ad una costruzione, sempre ‘sartoriale’, ma declinata su numeri decisamente più imperanti, 2 esemplari al giorno.

Lo testimoniano risultati commerciali che diedero a Maserati una nuova dimensione, con il record per questo modello di 600 unità immatricolate nel 1961, l’anno del massimo successo della 3500 GT.

Questa affascinante gran turismo – che nelle aste e nelle trattative fra privati è ormai arrivata a superare abbondantemente il mezzo milione di euro di valore – nacque da un’intuizione che Omer Orsi – figlio di Adolfo proprietario della Maserati dal 1937 – ebbe a metà degli Anni ‘50, comprendendo la potenzialità della ‘nicchia’ delle gran turismo di lusso nel contesto del boom economico che stava coinvolgendo anche l’Italia.

Orsi, correttamente, decise che per questo progetto la Casa del Tridente doveva pensare ad un modello totalmente nuovo per impostazione, comodità, qualità e prestazioni (compresa la cilindrata) e soprattutto replicabile a livello produttivo.

Gli storici ricordano che Maserati – prima della 3500 GT – vendeva modelli con cilindrata compresa fra 1,5 e 2 litri, mentre per questa gran turismo, che aveva la missione di puntare più in alto, si decise di arrivare a 3 litri per adeguare le prestazioni al peso e alle dimensioni della macchina.

Maserati Classiche: 3500 GT, progenitrice sportive di lusso

Denominata internamente Tipo 101 – numerazione che sottolineava come si trattasse della prima Maserati costruita su larga scala – la 3500 GT venne dotata da un 6 cilindri in linea che il progettista capo Giulio Alfieri aveva derivato dal bialbero 6 cilindri in linea del modello 350S da corsa.

La versione definitiva del motore aveva 3,5 litri di cilindrata, utilizzava due candele per cilindro (comandate da uno spinterogeno Magneti Marelli) ed era alimentata da 3 carburatori Weber 42 DCOE doppio corpo, per una potenza erogata di 230 Cv. La 3500 GT disponeva di un inedito telaio tubolare in acciaio con longheroni principali a sezione ovale, più tubi a sezione quadrata e circolare.

Per la 3500 GT Alfieri scelse sospensioni a ruote indipendenti con doppi quadrilateri, ammortizzatori idraulici telescopici e molle elicoidali davanti e a ponte rigido con balestre semiellittiche, barra di ancoraggio traversale e ammortizzatori idraulici telescopici, inclinati per aumentare la tenuta laterale dietro.

Sia il cambio era a 4 marce che lo sterzo a circolazione di sfere che arrivavano dalla tedesca ZF, la frizione monodisco a secco era della Borg & Beck, il differenziale dalla britannica Salisbury, i freni a tamburo dalla Girling e i triangoli delle sospensioni dalla Alford & Adler. Montava cerchi da 16 pollici con pneumatici Pirelli 6.50-16 (a richiesta erano disponibili le ruote a raggi Borrani con pneumatici 185-16 radiali).

La vettura, con carrozzeria disegnata dalla milanese Touring venne presentata al Salone dell’automobile di Ginevra 1957. Il ‘vestito’ era – come nei desiderata di Orsi – sportivo ed elegante al tempo stesso con un abitacolo comodo per 2 persone e 2 bambini con ampio spazio per i bagagli. La Maserati 3500 GT era dotata di interni in pelle e strumentazione Jaeger adeguata alla classe della vettura.

La nuova gran turismo del Tridente era anche la prima vettura italiana progettata specificatamente per poter montare l’aria condizionata e gli alzacristalli elettrici, vere rarità per l’epoca. Nel 1959 nella lista degli optional comparvero i freni a disco anteriori e il differenziale a slittamento limitato, voci che divennero di serie dall’anno successivo.

Al Salone di Parigi del 1959, Maserati espone due 3500 GT con carrozzeria spider, firmati da Michelotti e da Vignale e realizzati su un pianale con passo accorciato di 10 cm. Per la produzione di questo nuovo modello, che inizia un anno dopo, denominato 3500 GTS viene scelto quello di Vignale.

Sempre nel 1959 il motore viene riprogettato e debuttano nuovi carburatori Weber 42 DCOE2 e pistoni Borgo di diverso disegno. Nella seconda metà del 1961 l’iniezione indiretta Lucas sostituì i carburatori Weber aumentando la potenza a 235 Cv e assumendo la denominazione 3500 GTi e 3500 GTi Spider e venne montato un nuovo cambio ZF a 5 marce.

Aggiornamenti nello stesso anno anche per la linea del tetto – leggermente ribassata per renderla più slanciata – e cambiamenti minori per griglia, proiettori, fanaleria posteriore e altre parti esterne come le porte. I freni a disco al posteriore e il servofreno arrivarono nel 1962.

Nel 1959 venne presentata la Maserati 5000 GT, dotata di un nuovo motore V8. La produzione si ferma nel 1964, ma il telaio sopravvive nella Sebring di Vignale e nella Mistral disegnata da Frua. Ne furono costruiti circa 2250 esemplari, di cui 1402 coupé Touring, 250 spider e 591 Sebring oltre a diverse ‘fuoriserie’ firmate da Allemano, Bertone, Frua e Moretti.

 

 

Fonte Ufficio Stampa Maserati che ringrazio!

 

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Renzo Raimondi
Renzo Raimondi - Padre di famiglia fiero, grande appassionato di motori e auto storiche.

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