Cizeta Moroder, incredibile storia del sogno di una supercar.

Cizeta Moroder, incredibile storia del sogno di una supercar.

Il breve siparietto, nella serata che il Festival di Sanremo 2022 ha dedicato al compositore e produttore Giorgio Moroder – prima dell’esecuzione da parte di Elisa del tema del film Flashdance, che è valso al ‘padre’ della Disco Music uno dei suoi tre Oscar, ha riportato alla mente una breve quanto significativa pagina nella storia della Motor Valley e dei suoi personaggi.

Quello di Moroder è infatti il nome dedicato alla nascita della Cizeta V16T, una supercar nata appunto dalla collaborazione tra l’ex ingegnere Lamborghini Claudio Zampolli e Giorgio Moroder e costruita in soli dieci esemplari fra il 1988 e il 1994.

Solo una di queste (numero di telaio 001) reca sulla coda la sigla Cizeta Moroder in quanto prima della piccola serie creata da Zampolli e finanziata appunto dal musicista che è nato ad Ortisei e che, dopo una parentesi in Germania, dal 1972 vive in California.

E’ proprio negli Stati Uniti che Moroder e Zampolli s’incrociano e cominciano a maturare l’idea di ‘farsi da soli’ la supercar dei sogni. Come dipendente Lamborghini, l’ingegner Zampolli – che aveva contribuito anche allo sviluppo della Miura – era stato inviato in California per creare la rete dei concessionari ed assistere la clientela che cominciava in quel periodo a crescere, soprattutto fra i vip e le personalità di Hollywood. Tra i clienti di Zampolli c’è anche Moroder, che possedeva una Countach, e fra i due ‘emigrati’ si crea un legame di amicizia.

Agli inizi degli Anni ’80, quando la Lamborghini viene messa in liquidazione e poi acquistata dai fratelli francesi Patrick e Jean-Claude Mimran, molti dipendenti e molti collaboratori – tra cui Marcello Gandini, che ha disegnato Miura e Countach – cominciano a guardarsi in giro. Zampolli non ha dubbi: prendendo il meglio che c’è sul mercato, Gandini compreso, è possibile fare un bolide migliore delle Lamborghini.

Nasce così la Cizeta Moroder – il cui logo è giallo e blu, che sono i colori di Modena – e con essa la V16T, presentata al Salone di Los Angeles del 1988 e entrata in produzione nel 1989.

Caratterizzata da un design molto aggressivo – si dice ripreso dai primi bozzetti della Diablo, che la proprietà Lamborghini aveva fatto correggere a Gandini – la Cizeta V16T ha ampie prese d’aria laterali, ruote da 17 pollici e fari doppi a scomparsa.

Sotto al cofano, che si apre con il caratteristico movimento all’indietro – c’è un V16 da 540 Cv e 542 Nm di coppia, che la fa accelerare da 0 a 100 in 4 secondi e sfiorare i 330 km/h.

Anche sull’origine di questo V16 ci sono poche certezze e molte leggende. Una di queste vuole che tutto origini dall’unione di due V8 3 litri, quelli montati sulla Lamborghini Urraco e uniti per formare questo poderoso propulsore.

Ma torniamo alla V16T.

Dopo la presentazione arriva subito il successo commerciale, almeno quello che lasciano immaginare gli ordini tra cui i due firmati dagli emissari del collezionista numero uno al mondo, il Sultano del Brunei.

L’auto – che ha un listino di 800mila dollari – non ha però ancora ottenuto l’omologazione per il mercato americano, piuttosto severa dal punto di vista della sicurezza. Fino a quel momento sono già stati spesi 6 miliardi di lire e i ricavi tardano ad arrivare.

Così i rapporti tra Giorgio Moroder, principale finanziatore, e Claudio Zampolli (scomparso nel luglio 2021 a 82 anni) iniziano ad incrinarsi. Il nome del compositore compare dalla coda dell’auto e nel 1990 l’esemplare 001 entra definitivamente nel garage di Moroder e il ‘pallino’ dell’azienda passa nelle mani di Zampolli. Anche se nel 1991 vengono consegnati i primi dei 10 esemplari, la situazione della Cizeta precipita e l’attività cessa nel 1994.

Da notare che l’esemplare 001, quello appunto con il nome Moroder sulla coda e di proprietà del musicista, è stato proposto da un’asta di RM Sotheby’s in Arizona a fine gennaio scorso, E’ passata di mano per 1,363 milioni di dollari, compresa una compilation esclusiva dello stesso Moroder per essere ascoltata in questa auto. 

Una supercar che avrebbe meritato miglior fortuna!

 

Fonte Ansa

 

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Renzo Raimondi
Renzo Raimondi - Padre di famiglia fiero, grande appassionato di motori e auto storiche.

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