“Come benzina nelle vene”… un omaggio artistico alla Strato’s.

“Come benzina nelle vene”… un omaggio artistico alla Strato’s.

In una delle mie solite nottate insonni trascorse al computer ricercando curiosità sul mondo delle auto d’epoca mi sono imbattuto in un giovane emergente artista: Marco Quaranta.

Un illuminato con la passione dei motori d’epoca e con un grande estro artistico…. Ecco ora penserete che è il solito architetto che con il successo del suo lavoro si è comprato chissà quale auto d’epoca. No! Aspettate, non è così!

Ecco la storia, raccontata dalle sua parole, della sua avventura artistica nel mondo delle auto d’epoca, una storia piena zeppa di passione per l’automobile e per un sogno motoristico che lo pervade tutto dal suo interno.

Per me questa è pura passione per le auto d’epoca e per il nostro mondo fatto di ruggine e benzina… benzina che scorre nelle vene!

Marco Quaranta

Ricordo solo che da bambino amavo disegnare camion, motocarri e automobili… Poi dopo aver disegnato altre centinaia di camion, animali, dinosauri, navi, ruspe, elicotteri, aeroplani e di essermi iscritto al Liceo scientifico di Legnano (dove sono nato), ho cominciato a disegnare e dipingere ad olio anche persone, anatomie dinamiche, battaglie, nature morte e di colpo varcavo la soglia della facoltà di Architettura dove ho disegnato troppi quadrati e cubi, almeno fino a quando ho visitato una mostra di Salvador Dalì.

In quel momento, di fronte ad una tecnica così alta, ho capito di non avere nessun diritto all’utilizzo della pittura ad olio; nel frattempo mi ero laureato con 110 e cominciavo la lunga gavetta dell’architetto… Ricordo progetti d’interni, planivolumetrici, render, disegni esecutivi mal retribuiti e di aver abbandonato il mio primo lavoro; ero seduto al tavolo in taverna, vicino a me c’era un pennino ed una boccetta d’inchiostro nero, così ho disegnato Sfasciacarrozze, Velieri a caccia di isole nella via lattea….

Nel 2018 mi sono reso conto di aver prodotto solo disegni piatti… Era ora di andare a caccia di un po’ di volume, di cercare dallo sfasciacarrozze qualche pezzo di metallo per dirgli che non era ancora il suo momento! Così ho iniziato a trasformare in quadri e oggetti d’arredo parti di automobili dismesse, usando la tecnica dell’incisione.

Io e la Lancia Stratòs

Qualche mese fa, la cara amica e artista Eleonora Corti mi regalò il cofano nero di un’automobile. Eleonora sapeva che stavo cercando cofani da incidere per farne dei quadri, e riuscì a farsene regalare uno incidentato da un carrozziere. Così mi ritrovai con il cofano di una Lancia Ypsilon successiva al 2011… All’inizio facevo molta fatica a capire come avrei potuto sfruttare la forma del cofano perché la nervatura centrale che lo divideva di due “triangoli” simmetrici, si poneva come un grande enigma da risolvere. Come potevo fare un disegno unico, dal momento che sarebbe stato diviso in due dalla geometria del supporto? Da dove sarei dovuto partire per realizzare una sorta di dittico? Qual era il soggetto giusto per questo supporto?

Mentre tutte queste domande assillavano la mia immaginazione, piano piano si faceva strada nella mia mente il suono di un motore… Un motore aspirato che risaliva con forza dei tornanti… Un motore V6 Dino Ferrari … Un motore Dino montato su un’automobile Lancia… una Lancia disegnata dal miglior (a mio parere) disegnatore di tutti i tempi, Marcello Gandini… Una Lancia il cui assetto era stato seguito e preparato da Gianpaolo Dallara… Una Lancia Strato’s!!!

Ma come rappresentare degnamente quest’auto? Per molti una legenda dei rally, del design automobilistico e una pietra miliare della storia Lancia. Come rappresentare oltre a Lei, il contesto in cui è nata? Come evocare le notti insonni di progettisti, modellisti, collaudatori, meccanici che le hanno dato vita? Come parlare dei successi concreti che ha riportato nel mondiale Rally e le emozioni di chi l’ha guidata al limite?

Ecco che la forma del cofano mi veniva utile… Quella nervatura poteva dividere due momenti: uno fatto da tanti frammenti divisi, e uno fatto da un unico elemento che riassumesse il tutto … Il fatto che fosse un cofano lancia, la cui forma richiamasse a sua volta il logo trilobato dell’azienda, sembrava un segno del destino…

Così ho cominciato una febbrile ricerca di informazioni, suoni, immagini che mi permettessero di visualizzare correttamente la Strato’s e il suo contesto. Nella mia mente e contemporaneamente sul cofano si è delineato il bozzetto di partenza: in alto a destra avrei raffigurato la mano di Gandini mentre disegnava la Strato’s “tipo 0” per il Salone dell’Auto di Torino del 1970, ad illuminare la sua mano doveva esserci la luce che usano i navigatori nei rally notturni avvolta sulle sospensioni dell’auto, il cronometro usato durante i test avrebbe dovuto trasformarsi in una biella attaccata al pistone nel momento dello scoppio, metà della sezione a “V” del motore si sarebbe trasformata nel Tripmaster montato sul cruscotto dell’auto, Il volante dell’auto avrebbe incorniciato il contagiri del “Gruppo 4” mentre la lancetta si avvicina pericolosamente al fuorigiri, la mano del pilota sarebbe stata pronta sul cambio e il suo braccio si sarebbe trasformato nei tubi di scarico che portano alla marmitta, i fumi di scarico sarebbero usciti con violenza, si sarebbero trasformati nella scia di polvere che la Strato’s di Munari e Maiga faceva mangiare ai suoi avversari nel rally di Monte Carlo del 1976, il tutto avrebbe dovuto essere incorniciato da un grande cerchio con i numeri dei giri scritti a lettere cubitali mentre il copri alberi a camme diventa la lancetta che si avvicina ai 9000 giri/min e il motore dell’auto canta la sua sinfonia.

Ecco che la mia storia sulla Strato’s aveva una forma chiara, ormai non mi restava altro che cominciare un percorso di incisione a mano lungo 160 ore, irto di difficoltà e “tornati ripidi” su cui consumerò la lama del bulino, di momenti complicati che in mancanza di una mola (che causa lockdown covid 19 non avevo possibilità di procurarmi) mi porteranno a finire l’incisione con una punta di trapano spezzata e un chiodo pur di vedere le mie visioni prendere forma in questo quadro inciso sul cofano di una Lancia Ypsilon che ho deciso di chiamare “Come benzina nelle vene”!

 

Se volete vedere qualcuno dei suoi lavori visitate www.riciclarte.it/artisti/marco-quaranta

C’è anche un bellissimo video di presentazione della sua opera dedicata alla mitica berlinetta Lancia: https://www.youtube.com/watch?v=Fl3D-ECEjF8

 

Se cercate informazioni scrivetegli a marc.quaranta@libero.it

 

 

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Renzo Raimondi
Renzo Raimondi - Padre di famiglia fiero, grande appassionato di motori e auto storiche.

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