Una rara Lancia Aurelia B20 da corsa tornata a nuova vita.

Una rara Lancia Aurelia B20 da corsa tornata a nuova vita.

Può considerarsi una rarità la Lancia Aurelia B20 GT 2000 Coupé del 1951 restaurata dagli inglesi di Thorney Kelham.

Oltre ed essere una Aurelia B20 è forse l’unica ad avere un palmares sportivo di altissimo prestigio è anche un’esemplare del primo lotto di produzione, che contava solamente 490 unità. Inoltre è una delle poche Aurelia allestita per le gare direttamente dalla casa automobilistica torinese.

Unica, perché caratterizzata da un’inedita linea del tetto ribassata in coda, sperimentata da Lancia per migliorarne l’aerodinamica, della già bellissima carrozzeria Pininfarina.

Tre anni di lavoro, oltre 4.000 ore dedicate a un progetto scoperto negli Stati Uniti, e pronto per attraversare l’Atlantico con destinazione Italia. Poi il passaggio nel Regno Unito e un lungo periodo di fermo in un deposito in Gran Bretagna. La scoperta del restauratore Thornley-Kelham che ha svolto approfondite e accurate ricerche per verificare che l’esemplare in questione fosse davvero originale, a partire dal numero di telaio B20 n. 1010.

In effetti il numero di telaio ha fatto capire che si trattava dell’auto acquistata da Giovanni Bracco nel 1951 e portata in gara alla Mille Miglia di quell’anno, in equipaggio con Umberto Maglioli, conclusa al secondo posto dietro la Ferrari 340 America di Villoresi-Cassani.

Sicuramente quest’auto può vantare anche una vittoria di classe, infliggendo un giro di distacco al secondo di classe, all’edizione del 1951 della 24Ore di Le Mans nella categoria 2.000cc con l’equipaggio Bracco e il conte Lurani per la Scuderia Ambrosiana, alla fine poi dodicesimi assoluti.

Tra le altre affermazioni degne di nota, l’Aurelia n°1010, può vantare il successo sul circuito di Caracalla, nell’ottobre del 1951, come anche il primo posto assoluto alla 6 Ore di Pescara.

A chiudere quella stagione sportiva, l’impegno nella Carrera Panamericana, dove Bracco ebbe un incidente e fu costretto al ritiro. Tornò, con un altro pilota al volante, quell’Aurelia alla Carrera del 1952.

E’, però, alla specifica del 1951 che gli specialisti in restauro hanno voluto riportare la B20 n° 1010 con motore V6 2 litri, evoluzione che affiancò nel ‘51 la specifica 1.8 litri con uguale frazionamento.

Il processo di restauro è comunque stato lungo e laborioso perché di originale era rimasto ben poco. L’intera coda era stata modificata, numerosi componenti non erano nelle specifiche del tempo. Così, un intenso lavoro per riscrivere la linea del tetto, i passaruota, il lunotto, il portellone del bagagliaio, l’intero fondo dell’auto, il serbatoio.

Solamente il motore aveva ancora le sue specifiche originali, se si esclude un filtro dell’aria modificato per le gare che probabilmente era stato appositamente elaborato per poter permettere di respirare meglio durante la gara messicana.

Un restauro meticolosissimo, come si deve fare in questi casi, che è partito dalla ricostruzione storica, per immagini, alla scansione 3D per creare stampi in fibra di vetro, dai quali dar vita a nuovi componenti.

Per riportare l’Aurelia B20 GT alle specifiche del 1951 si sono installati anche i sedili della Lancia Ardea, fino a procedere con la verniciatura – dopo un attento esame di specialisti di Lancia storiche, sulla scocca restaurata – nel nero sfoggiato alla Carrera Panamericana del 1951, dopo un iniziale nero dell’auto sostituito dal rosso utilizzato a Le Mans da Bracco-Lurani. Ed è stato esattamente il passaggio seguito nel restauro: verniciatura nera, poi rossa, poi nera per ricreare quel tono di colore inimitabile e molto affascinate.

Dall’esperienza di restauro della rarità B20 GT 1951, in Thornley-Kelham hanno imboccato la strada per proporre una replica modernizzata, con motore Lancia Flaminia iniezione, sospensioni migliorate negli ammortizzatori e stessa linea del tetto ribassata: saranno 9 gli esemplari realizzati di Aurelia replica come si direbbe ora.

 

 

 

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Renzo Raimondi
Renzo Raimondi - Padre di famiglia fiero, grande appassionato di motori e auto storiche.

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