Una La Marca Classica irriverente a nostro modo!

Una La Marca Classica irriverente a nostro modo!

Il 2022 non è ancora finito ma di sicuro non si può dire sia stato un anno di riposo per le gare. Partendo dalle presenze in Campionato Italiano, alle più sfortunate di Trofeo Nazionale Regolarità (DNF e l’altra nemmeno iscritto causa si, sempre lui), passando per la regolarità a media nella cornice della Coppa Bettega. Sta per concludersi l’anno agonistico e le ultime due tappe quasi obbligatorie sono La Marca Classica e Colli e Terme (organizzata dagli amici del FAVA Autostoriche tra i nostri bellissimi Colli Euganei).

La Marca Classica ha già visto il Cremino tra le auto partenti la scorsa edizione, quando il sottoscritto e Renzo si sono goduti le salite e le discese delle colline del Prosecco nella formula Turistica e non Classica. Si perché questa gara fa parte anche del CIREAS e offre a coloro che sono alle prime armi (anzi, ai primi tubi) di far parte di una cornice studiata per i concorrenti di Campionato Italiano, sfruttandone tutte le raffinate accortezze (in termini di accoglienza e tecnicità della gara) senza dover sottoscrivere la ben più costosa iscrizione.

Dopo mesi di stop dalle gare, il Cremino ritorna quindi a indossare i numeri di gara tra le strade della provincia di Treviso e anche questa volta lo fa con i compagni della scuderia, Pamela al mio fianco (santa), Monica e Michela su Fiat Uno e il patron di Motori Storici, Renzo, navigato da Luca su Peugeot 304 alla prima uscita ufficiale in un evento Aci Sport.

Domenica 2 Ottobre raggiungiamo quindi la sede delle verifiche e della partenza tutti di ottimo umore. Ritroviamo gli amici di sempre, le auto che ci fanno girare la testa e quelle meno (si, parlo proprio della Fiat Duna), ma soprattutto ci adagiamo subito tra le coccole dell’organizzazione di Aci Treviso. 

La routine ormai è consolidata ma ripercorrerla ogni volta da un senso di completezza che ci mette a nostro agio prima della gara vera e propria. Perché non basta inviare il bonifico e presentarsi alle verifiche. se l’organizzatore è accorto e organizzato richiede agli equipaggi di presentare via mail assieme all’ormai già troppe volte citato (una, basta a avanza) bonifico tutta la documentazione: tessera Aci, licenza, certificato medico, certificazioni dell’auto.

Questo fa si che l’unica fatica da fare una volta arrivati al desk delle verifiche sia ricordarsi il proprio cognome e forse il numero di gara.

Una volta preso possesso del materiale di gara il mio ordine è il seguente: prima ci si porta verso il Cremino, si attaccano gli adesivi, si lasciano sui sedili le circolari e i fogli integrativi, si prendono matite e cancelleria e ci si dirige verso il più vicino bar per iniziare a sfogliare il roadbook e programmare lo strumento per la gara davanti ad un bicchiere di Prosecco. 

Si sfogliano le pagine, si sfoggia ogni abilità artistica sottolineando le note più difficili, si torna in auto a prendere le bistrattate circolari di gara e si controllano i tempi.

E così si arriva allo Start, al CO, al via, alla partenza della gara. Basta, ho finito i sinonimi.

Credo vi siano molti modi per affrontare una gara, già dalla partenza. Dagli ultimi controlli da fare prima di ritirare la tabella di marcia, alle preoccupazioni più banali del nostro equipaggio “Pamela, come mi sta questo cappello?” “Ben, come le altre volte” “Apppposto”. 

Ma ora bando alle ciance, facciamo finta di ascoltare le indicazioni del nostro navigatore. O navigatrice. O navigatori, dipende quanti siete in macchina.

Arriviamo alla prima prova, c’è colonna. In ogni gara, la prima prova è caratterizzata da un po’ di coda, vista la vicinanza dallo start. Sistemiamo la action cam sapientemente attaccata con lo scotch (memori dei video stabili e chiari registrati al Campagne e Cascine) e partiamo. PC1, 2, 5,6, fino alla 8, primo errore della giornata (eravamo secondi assoluti fino a quella prova). Una prova tecnica, in discesa e con il tubo leggermente storto. Bisogna fidarsi della propria auto, sapere quanto frena e quanto può accellerare, ma la discesa frega tutti. Infatti per paura di arrivare troppo presto al tubo rallento e mi faccio fregare dagli ultimi 3 secondi, rimediando un 29 di ritardo, sbagliando leggermente anche la successiva. 

Un po’ infastidito ma non troppo continuiamo la nostra passeggiata turistica (ma non troppo, ci lasciavamo raggiungere certe volte dall’equipaggio successivo a noi ma senza mai fargli da tappo). Finiamo poco dopo il primo CO in maniera lineare senza intoppi. Anzi, la precisione di Pamela ci permette di non perderci, anche con gli strumenti primitivi a nostra disposizione (avevo lasciato a casa il Trip e abbiamo utilizzato un’app sul mio cellulare, attaccato con del velcro trovato non ricordo dove. Storto. Ma siamo arrivati lo stesso, no?)

In queste gare non è previsto un CO di riposo, quindi l’organizzatore calcola il percorso in modo da lasciare qualche minuto in più ai partecipanti alla fine del CO, in modo da usufruire del buono pasto fornito dallo staff per prendere qualcosa al bar. Diciamo che però in questa occasione la logistica del luogo non era congeniale agli scopi, unica vera pecca di una gara molto ben organizzata.

Diamo assistenza anche all’equipaggio Raimondi – Ceresoli che dovevano segnalare un’auto non in gara, contromano, sui tubi di una delle prime prove (ho qualche vago ricordo di episodi del genere, sono contento che non me ne siano capitati questa volta).

Ripartiamo sgommando per far felici genitori e bambini venuti a vedere queste auto d’epoca sfilare tra le vie della provincia trevigiana.

Alla seconda prova dopo la ripartenza facciamo un altro errore di valutazione sulla distanza tra il cartello giallo e il tubo e prendiamo altri 31 di anticipo, assieme ad ulteriore fastidio per questo problema. Ma non sono finiti gli errori.

Alla prova 28 ci troviamo di fronte il concorrente 103 ed essendo noi il 107, la cosa ci parve subito strana, avendo già vissuto (de novo) una situazione simile. Per paura di trovarci il concorrente ancora sul percorso, rallentiamo, nonostante fossimo partiti 40 secondi prima della scadenza del tempo, per avere margine. Vediamo un cono per terra, pensiamo sia come per le altre postazioni, uno dei tre coni precedenti al tubo, rallentiamo e parte il countdown a 10 secondi. Panico, il tubo non c’è. Acceleriamo alla vista del tubo a circa 30 metri dal cono. Nonostante il gran motore della mini, niente di toglie un 56 di ritardo, seguito per fortuna da uno 0 sulla prova successiva. Sono molto arrabbiato, Pamela cerca di calmarmi, ma ormai il morale è a terra. Continuiamo mesti le ultime prove, concentrandoci sul non fare incidenti sulle strette strade del Col Mostaccin. Tutto fila liscio e il cambio della Mini da il meglio di sé, confermando la poderosa coppia nella fascia bassa dei giri motore e garantendo comunque un buon tiro ai medi e alti. Però uno spinterogeno elettronico ci starebbe bene. 

Arriviamo alle ultime due prove dove l’ultimo, inaspettato errore compromette definitivamente la nostra gara. C’è da dire che anche senza questo errore non saremmo entrati nella top 3 di classe o top 3 assoluta, ma insomma, potevamo risparmiarceli.

Fine PC 31 e successiva PC 32 (IN e OUT). Negli ultimi secondi lo strumento inizia a bippare dall’11, mi distraggo, conto un secondo ancora in più e arrivo con 98 di ritardo sulla 31. Essendo la fine di questa prova all’inizio del tratto di discesa, i freni si sono surriscaldati, non dandomi la giusta percezione della frenata nella prova successiva, completata per fortuna con “sole” 9 penalità. 

Ma ormai è fatta, non puoi cambiare il risultato della prova. Cioè puoi presentare ricorsi su ricorsi ma più di una prova non viene verificata, quindi poco cambia. 

Però in fin dei conti lo facciamo anche un po’ per divertimento, fino ad un certo livello. 

Arrivati all’hotel per la consegna della tabella di marcia, aspettiamo pazienti l’apertura del buffet, di cui avevamo adocchiato la location fin dall’arrivo per le verifiche.

Coincide con il nostro fiondarsi sul cibo, l’arrivo della Regolarità Classica, giusto in tempo per gustarci qualche tartina, accompagnata da un fresco Prosecco, guardando sfilare davanti a noi Fiat 1100, Porsche 356, OM, MG e altre rarità. In fin dei conti va bene così.

Per la nostra Scuderia Motori Storici, visti i risultati ottenuti, terminiamo con un secondo posto tra le scuderie e un terzo posto di categoria per la debuttante Peugeot 304 dell’equipaggio Raimondi – Ceresoli. (Qualche maligno ha detto che pensavamo che i calici di prosecco facessero classifica, prosit!)

La Marca Classica con un po’ di irriverenza… la nostra, con il sorriso sempre!

 

Foto e testo di Stefano Rosso e di Renzo Raimondi.

 

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Renzo Raimondi
Renzo Raimondi - Padre di famiglia fiero, grande appassionato di motori e auto storiche.

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