Bristol, storico costruttore britannico è in liquidazione.

Bristol, storico costruttore britannico è in liquidazione.

Bristol, uno dei marchi più antichi e gloriosi dell’industria automobilistica britannica, è la prima vittima di una crisi che – per gli effetti della Brexit e in generale per il calo del mercato e dell’economia inglese – minaccia tutto il settore automotive del Paese.

L’Alta Corte di Giustizia ha infatti respinto le istanze contrarie alla liquidazione presentate dalla Bristol Cars dalla Kamkorp Ltd (attuale proprietaria) e ha dunque dato il via alla vendita giudiziaria di tutti gli asset di Bristol Cars Automotive Group, Bristol Cars e Bristol Cars Services Ltd. L’Alta Corte ha anche nominato liquidatore del gruppo automobilistico il Frost Group Limited, nelle persone di Jeremy Frost e Patrick Wadsted (joint liquidator).

Il marchio, è stato fondato nel 1910 da George White ed è stato il primo costruttore di aerei nel Regno Unito organizzato e finanziato su scala industriale.

La produzione di automobili era iniziata nel 1941 ed era nota per la sua produzione su misura e modelli di alta qualità. Purtroppo, nonostante significativi investimenti in corso, Bristol Cars non è stata in grado di generare nuove linee di prodotti per consentire loro di prosperare in futuro.

”È con rammarico che vediamo un altro marchio iconico del Regno Unito non riuscire a stare al passo di un mondo che cambia – ha commentato il liquidatore Jeremy Frost – Abbiamo già ricevuto numerose richieste di informazioni relative al patrimonio aziendale e speriamo di poter recuperare un po’ di valore per i creditori e di far proseguire la memoria a un ex colosso dell’industria britannica”.

Tra gli interessati alla prosecuzione delle attività della marca britannica l’attivissimo Bristol Owners Club che raggruppa i proprietari di modelli storici e del presente, che auspica che non venga realizzata una cessione separata (il cosiddetto ‘spezzatino’) dei beni aziendali.

L’attività nell’auto era iniziata nel 1947 con l’acquisizione da parte della potente Bristol Aeroplane Company (era arrivata ad avere 70mila dipendenti) della Fraser Nash Bmw che produceva auto su e motori su licenza della Casa di Monaco.

Fino al 1961 la Bristol equipaggiò le sue auto serie 400 con motori sei cilindri in linea di derivazione Bmw. E’ degli Anni ’50 una joint venture con la statunitense Arnolt che produsse un modello comune con carrozzeria realizzata da Bertone. Con il debutto della 407, Bristol passa ad utilizzare motori V8 di origine Chrysler, impiegati fino al modello 411.

Negli Anni ’60 l’azienda passa sotto la gestione dell’ex pilota di F1 Tony Crook, periodo in cui alla Bristol si costruiscono anche esemplari dell’Alfa Romeo 2600 Sprint, inviati in quel Paese come kit di montaggio per abbassare le imposte. Nel 1975 viene lanciata la 412, con carrozzeria targa disegnata da Zagato, che nelle evoluzioni Beaufighter e Beaufort è rimasta in produzione sino al 1994. Al Salone di Londra del 1976 viene presentata la Bristol 603, dotata di motori V8 Chrysler da 5,2 o 5,9 litri, da cui derivano nel 1982 i modelli Britannia e Brigand.

Ancora un motore Chrysler – ma in queso caso il V10 della Viper – per la Fighter presentata da Bristol nel 2006.

Nel 2011 l’azienda passa in amministrazione controllata, con sospensione della produzione fino all’ingresso nel capitale della Kamkorp Autokraft, azienda che fa parte del gruppo di ingegneria Frazer-Nash.

Negli ultimi anni sono state prodotte meno di 150 unità all’anno dell’unico modello a catalogo, la roadster Bullet.

 

Fonte Ansa

 

 

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Renzo Raimondi
Renzo Raimondi - Padre di famiglia fiero, grande appassionato di motori e auto storiche.

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