Renault Twingo, rivoluzionaria city car presentata 25 anni fa.

Renault Twingo, rivoluzionaria city car presentata 25 anni fa.

La simpatica e ‘ribelle’ cittadina della Losanga, chiamata anche ‘Ranocchietta’ per la fisionomia del frontale e i caratteristici fari tondi, venne infatti presentata nella primavera del 1993 dopo una lunga gestazione, ricostruita in questi giorni dal magazine francese AutoPlus.

Il progetto per un modello utilitario, che avrebbe dovuto raccogliere l’eredità dell’iconica R4, era partito molto tempo prima, addirittura nel 1973 quando diverse ipotesi erano state sviluppate sotto la sigla VBG (Véhicule Bas de Gamme) ma la cosa non aveva avuto seguito per l’opposizione dell’allora capo della Renault, George Besse che era afflitto da un forte indebitamento (60 miliardi di franchi) e non riteneva conveniente investire in un modello da prezzo accessibile e, quindi, poco redditizio.

Nel 1986 il successore di Besse, Raymond Lévy, decise invece di tirar fuori dal congelatore il progetto W60 immaginato dal giovane ingegnere Jean-Pierre Ploué e, attraverso la gestione del nuovo direttore del design, Patrick Le Quément, affidò lo studio dello stile della VBG all’italiano Marcello Gandini.

Il designer torinese era l’autore di capolavori come le Lamborghini Miura e Countach, l’Alfa Romeo Montreal, la Lancia Strato’s e la Fiat X1/9, ma anche molto apprezzato in Francia per aver disegnato la Citroen BX ed aver dimostrato le sue capacità nelle city car con le Innocenti Mini 90 e 120.

La W60 di Gandini – ancora conservata nel museo Renault Classic – viene però giudicata pretenziosa per un modello entry level e scartata.

A realizzare la Twingo definitiva, sotto la guida di Yves Dubreuil, sono a livello di stile esterno Jean-Pierre Ploué e per l’interno Gérard Gauvry. L’auto viene deliberata definitivamente nel 1989

La ‘cifra’ vincente nella realizzazione della piccola city car è la drastica riduzione dei costi industriali, gestitata da Dubreuil: pochi elementi, ben disegnati, per semplificare la costruzione ed elementi meccanici collaudati anche se non modernissimi, come l’infaticabile quattro cilindri in ghisa Cleon da 55 Cv.

Il reveal avviene al Salone di Parigi del 1992, con 10mila contratti firmati in pochi giorni. Viene ‘congelato’ anche il nome. Scartati Ypso (che assomigliava troppo a Y10 dl Lancia) e Maya, la scelta cade sul ‘miscuglio’ di tre nomi di balli: TWist, swINg et tanGO.

La prima generazione, quella più ‘genuina’ ed oggi già ricercata dai collezionisti, viene prodotta fino al 2007 totalizzando 2,5 milioni di esemplari.

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Renzo Raimondi
Renzo Raimondi - Padre di famiglia fiero, grande appassionato di motori e auto storiche.

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