L’SM, nel 1970 la coupé metà Citroen e metà Maserati.

L’SM, nel 1970 la coupé metà Citroen e metà Maserati.

Nel 1970, infatti, al Salone di Ginevra i visitatori si trovarono davanti allo spettacolo inusuale di un’auto nata proprio dall’unione dei due storici marchi. Il costruttore francese, da un lato veniva dal successo della piccola 2CV e dai riconoscimenti in termini di confort ricevuti per la DS la ‘Dea delle automobili’.

La DS ha tutto: è spaziosa, avveniristica nel design, veloce, elegante e sicura, al punto che la stampa internazionale dal momento della sua presentazione avvenuta nel 1955, è unanime nel giudicarla pressoché perfetta.

Non perfetta, ma quasi. Quel ‘quasi’ va cercato sotto al lungo cofano della Dea, progettato per ospitare un motore a sei cilindri boxer e che invece, dal 1955, ne alloggia uno derivato dal vecchio motore della Traction Avant che, per quanto aggiornato e perfezionato, resta un quattro cilindri, rumoroso e vibrante.

Il Centro Studi lavorò a lungo su questo aspetto, progettando vari propulsori con architetture diverse, ma senza raggiungere quel livello di armoniosa perfezione richiesto dalla Direzione Generale che nel 1968 decise di risolvere in maniera drastica il problema e comprò la Maserati.

Pierre Bercot, presidente e direttore generale del Double Chevron, aveva già avviato un piano di diversificazione della produzione e una nuova grande vettura era allo studio da tempo: nome in codice ‘S’, come Sport.

Il team di progettisti si trovò quindi, quasi da un giorno all’altro, a disposizione la preziosa esperienza della Maserati nel settore delle Gran Turismo e della meccanica di precisione e ne approfittò.

La piattaforma era pronta: una versione sportiva della DS, con passo leggermente accorciato, abbassata e trasformata in coupé. Disponeva di un sistema di guida di tipo aeronautico, con il volante collegato alle ruote da un impianto idraulico ad alta pressione che gestiva anche il riallineamento del veicolo, con le ruote che tornavano dritte anche a vettura ferma.

A questo si univa anche la sospensione idropneumatica collaudata nei quindici anni precedenti sulla DS, che aveva dimostrato la sua efficacia anche nei rally internazionali.

Totalmente nuova era invece la carrozzeria pensata per la SM, profilata come mai un’auto di serie, con tantissimo vetro a circondare l’abitacolo, sottolineato da un grande parabrezza panoramico e un lunotto posteriore avvolgente che dominava un comodo portellone. Dentro tanto spazio per quattro persone, con due poltrone dal design futuristico per i passeggeri anteriori e spazio anche per i passeggeri posteriori.

Sotto al cofano, Maserati donò alla nuova creatura un sei cilindri a V stretta (60°), silenzioso ma capace di erogare 180 cavalli di potenza, più che sufficienti per consentire alla grande coupé franco-italiana di fare quel che è stata progettata per fare: spostarsi su lunghe distanze a una velocità media di 200km/h in totale sicurezza e nel più assoluto comfort.

Per le conseguenze della crisi petrolifera, nello stesso mese di aprile del 1975 che vide l’uscita della DS dalle catene di montaggio parigine che l’avevano vista nascere vent’anni prima, anche la SM uscì di produzione.

Una Citroen speciale, ancor più speciale oggi che ieri!

 

Fotografie Citroen.

 

 

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Renzo Raimondi
Renzo Raimondi - Padre di famiglia fiero, grande appassionato di motori e auto storiche.

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