La BMW GT4 Frua Coupé: esemplare unico.

La BMW GT4 Frua Coupé: esemplare unico.

La BMW 2002 GT4 Frua Coupé è un prototipo spettacolare, che solo per poco non è diventato anche un modello di serie, come tante altre realizzazioni dello stesso Frua per la casa tedesca.

Nato a Torino nel 1913, il designer Pietro Frua subito dopo il diploma di disegnatore tecnico conseguito presso la Scuola Alievi della Fiat, fu assunto, ancora giovanissimo dagli Stabilimenti Farina.

Partendo dalla gavetta arrivò in poco tempo, appena ventiduenne, ad esser nominato Direttore del Centro Stile degli Stabilimenti Farina. Dopo alcuni anni si era messo in proprio, realizzando oltre duecento veicoli su misura, prototipi e anche modelli di serie.

La GT4 Frua Coupé, basata sulla BMW 2002 TI, è uno dei suoi capolavori ed è considerata ancora oggi un classico del design automobilistico.

L’anno di nascita del coupé a 2+2 posti è il 1969. Il prototipo firmato Frua venne mostrato ufficialmente al Salone dell’Auto di Parigi del 1969. Il pubblico francese lo accolse con entusiasmo, ma dalla centrale di Monaco giunsero anche diverse critiche.

Critiche che non permisero a questo indovinatissimo esemplare unico di andare in produzione.

Per aumentare le chance del prototipo di essere realizzato in serie, Frua riprese soprattutto nella parte frontale molti elementi tipici delle auto di serie dell’epoca, oltre che della fascinosa BMW 2002 su cui appunto si basava.

All’interno della BMW GT4 Frua Coupé erano stati montati i sedili e la plancia strumenti della BMW 2500 berlina.

Ancora oggi questo abitacolo convince per le sue linee slanciate e la sua eleganza essenziale.

I doppi proiettori e la griglia a lamelle nera erano ripresi dalla Serie 02, gli indicatori di direzione dalla lussuosa coupé 2800 CS.

La linea laterale e il posteriore a “coda tronca” aggiungevano al design una raffinatezza tutta italiana.

Il prototipo firmato Frua, nei mesi successivi alla presentazione, venne aggiornato cercando di dare risconto alle critiche arrivate principalmente da Monaco di Baviera, dando vita ad una seconda versione. Questo secondo prototipo fu esibito al pubblico esattamente un anno dopo, nel 1970, sempre in occasione del Salone dell’Auto di Parigi.

Grazie a una modifica del paraurti, Frua era riuscito a eliminare le cupole cromate sul cofano, che non erano piaciute nel prototipo del 1969.

Anche il gomito di Hofmeister sovradimensionato della prima versione era stato sostituito da un finestrino dalla linea essenziale.

Ma queste correzioni arrivarono fuori tempo massimo: poco prima, BMW aveva deciso di realizzare una berlina familiare di maggiori dimensioni, derivata dalla Serie 02. Il nuovo modello, chiamato Touring, fu lanciato nel 1971.

Il prototipo del 1969 rimase per molti anni di proprietà del designer; soltanto nel 1986 fu venduto al collezionista giapponese Kimio Doi.

La variante del 1970, invece, ha cambiato diversi proprietari. All’industriale svizzero Jakob Bach, che lo aveva acquistato già nel 1972 al Salone dell’Auto di Ginevra, si deve la verniciatura color argento metallizzato che ancora contraddistingue questo splendido prototipo.

Il coupè di Frua è un chiaro esempio del bel design di cui l’Italia si poteva vantare nel mondo.

Un vero peccato che non sia mai stata messa in produzione, secondo me avrebbe sicuramente avuto un bel riscontro tra i clienti BMW.

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Renzo Raimondi
Renzo Raimondi - Padre di famiglia fiero, grande appassionato di motori e auto storiche.

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