Fiat 600 D Multipla Taxi: Il Ritorno del Fascino Anni ’60
Il sito specializzato in auto storiche e da collezione Car & Classic ha messo in vendita uno dei modelli più iconici del traffico urbano degli anni ’50, ’60 e ’70: la Fiat 600 D Multipla.
Sebbene la produzione sia terminata nel 1967, questo modello ha continuato a farsi vedere sulle strade delle grandi città come Roma e Milano.
L’esemplare in vendita, datato 1965, è stato perfettamente restaurato e presenta la caratteristica verniciatura nero-verde tipica dei taxi dell’epoca. Questo modello a sei posti è dotato di quattro sedili, due dei quali strapuntini, che all’occorrenza potevano essere ripiegati per formare un piano di 1,75 mq.
Questo era un’innovazione significativa per quei tempi.
Nella configurazione taxi, allestita direttamente dalla Fiat, la 600 Multipla presentava un solo divanetto posteriore, senza gli strapuntini che avrebbero ostacolato l’accesso.
Un’altra caratteristica distintiva dei taxi Fiat 600 Multipla era la separazione tra la cabina di guida e il vano passeggeri, con una paratia metallica dotata di due vetri scorrevoli nella parte superiore.
Alcuni modelli di Fiat 600 D Multipla destinati ai tassisti venivano forniti senza il sedile anteriore del passeggero per aumentare lo spazio per i bagagli. Al suo posto c’era una piattaforma con fondo gommato, separata da un elemento metallico per evitare che i bagagli cadessero sull’autista, ma poteva anche essere utilizzata con una seduta rimovibile di fortuna.
La Fiat 600 Multipla, presentata nel 1956 al Salone di Bruxelles, è considerata l’antesignana delle monovolume moderne. Fu progettata da Dante Giacosa, un ingegnere di grande talento e visione, che nella sua carriera alla Fiat creò modelli iconici come la Topolino, la Nuova 500, la 127, la 128, la Fiat Dino e la 130.
La vendita di questo esemplare restaurato offre agli appassionati di auto storiche l’opportunità di possedere un pezzo di storia automobilistica, rivivendo il fascino di un’epoca passata e onorando il genio di Giacosa.
Testo di Renzo Raimondi per Motori Storici.
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