Ferrari Pinin: in vendita l’unica vettura di Maranello a 4 porte.
Quando ancora le berline sportive non esistevano, Pininfarina aveva già avuto l’idea di inventarle e la Ferrari Pinin del 1980 ne è la prova più lampante.
Presentata al Salone dell’Automobile di Torino per celebrare i cinquanta anni della carrozzerie piemontese (per questo il nome Pinin, che era il soprannome di Gian Battista Farina, poi in seguito cambiato in Pininfarina), fu mostrata anche a Enzo Ferrari che ne fu entusiasta ma alla fine decise di non metterla in produzione: ed aveva ragione!
Lo stile della vettura venne realizzato dal designer Piero Ottina, sotto la direzione di Leonardo Fioravanti, già responsabile di altri progetti per la Ferrari, tra i quali la Ferrari 365 Daytona.
La carrozzeria si presenta con un design futuristico, caratterizzato da linee tese e muscolose, come detto non ebbe seguito produttivo.
Ne esiste solo una quindi, ed è l’unica Ferrari a 4 porte mai prodotta ed approvata ufficialmente da Maranello, anche se sembra che esistano un paio di 456 GT berline commissionate da due Sultani, e ora è in vendita sul sito specializzato Hemmings, a un prezzo di 795.000 dollari.
L’incredibile storia di questo prototipo inizia nel 1993 quando la Pininfarina vende alcuni suoi prototipi non marcianti, fra questi appunto la Pinin.
La macchina quindi finì nelle mani di un collezionista che, rispettando la storia e la filosofia del prototipo, si fece approvare le modifiche dalla Ferrari stessa e fece realizzare da Mauro Forghieri, all’epoca team manager Ferrari oggi titolare di un’azienda di engineering, tutta la meccanica da inserire sotto la carrozzeria.
Questa pesante trasformazione, che si può considerare come l’ultimazione del prototipo Pininfarina, trasformò il prototipo statico in una macchina funzionante innestandogli la meccanica della Ferrari 400, e vi montò sotto il cofano il potente propulsore della Ferrari 512 BB, ovvero un V12 boxer 5.0 litri dotato di carburatori Weber e di un doppio albero a camme in testa con quattro valvole per cilindro. Il motore era capace di scaricare sull’asse posteriore una potenza di 365 cavalli, con un cambio manuale a cinque rapporti preso in prestito dalla 400 GT.
Il reparto sospensioni, i freni e il serbatoio furono invece realizzati appositamente per la Pinin.
Il prototipo Pinin era stato realizzato a partire dal telaio di una 400 GT, quando Ferrari decise di non produrla, forse perché preoccupato di non poter garantire la stessa qualità delle limousine tedesche e inglesi, fu ceduta al collezionista belga Jacques Swaters, padrone della scuderia Garage Francorchamp.
La sua storia, poi, è stata molto avventurosa, con vari cambi di proprietà, tante esposizioni in diversi eventi e un restauro completo.
Ad ogni modo è tutto perfettamente documentato, ed ora è in vendita.
Veramente un’esemplare unico, per storia e per realizzazione.
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